La “Pietà dell'Opera del Duomo” ‒ una delle tre “Pietà” scolpite da Michelangelo – ha iniziato un lungo programma di restauro. L'intervento sarà visibile a Firenze, grazie a uno speciale cantiere aperto al pubblico.
È tempo di restauro per la Pietà “fiorentina” di Michelangelo ‒ una delle tre straordinarie sculture realizzate dal grande maestro italiano sul tema del Cristo morto. Scolpita in marmo di Carrara tra il 1547 e il 1555 circa, l’opera è soggetto di un delicato intervento di pulitura della superficie – un’operazione che continuerà per i prossimi mesi, e che dovrebbe concludersi entro l’estate 2020.
A capitanare il restauro – commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore ‒ un team di esperti guidato da Paola Rosa, incaricato di rimuovere dalla superficie esterna della scultura depositi e sostanze estranee che con il tempo hanno modificato la cromia originale del marmo. A rendere l’intervento speciale, inoltre, sarà la possibilità di osservare i vari passaggi di ripristino grazie a un apposito cantiere “aperto”, allestito per l’occasione nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze ‒ dove il gruppo scultoreo è conservato dal 2015.
Realizzata da Michelangelo alla soglia degli ottant’anni, la Pietà dell’Opera del Duomo (anche conosciuta come Pietà Baldini), presenta il corpo di Cristo sorretto non soltanto da Maria – come nelle altre due sculture sullo stesso soggetto – ma anche da Maddalena e dall’anziano Nicodemo, qui rappresentato con il volto dello stesso Michelangelo. Lasciata incompiuta dall’autore, che addirittura tentò di distruggerla scontento del risultato, la scultura è passata nei secoli tra le mani di vari collezionisti e successori, rendendo il capolavoro una delle opere più travagliate e “romanzesche” della storia dell’arte.
[Immagine in apertura: presentazione dell’inizio del restauro della Pietà di Michelangelo, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze. Restauratrici Paola Rosa e Emanuela Peiretti. Photo Opera di Santa Maria del Fiore / Claudio Giovannini]