Fino al primo marzo 2020, la Power Station of Art di Shanghai ospita la prima mostra personale in Cina dell'architetto francese Jean Nouvel.
Francia e Cina sempre più “legate” in ambito culturale. Nella stessa settimana in cui è entrato ufficialmente in attività il Centre Pompidou x West Bund Museum Project, alla PSA – Power Station of Art di Shanghai – il primo museo statale dedicato all’arte contemporanea della Cina continentale – è stata inaugurata la mostra Jean Nouvel, in my head, in my eye… belonging… Si tratta della prima personale in terra cinese dedicata alla carriera dell’architetto francese Jean Nouvel, che oltre ad avere all’attivo interventi realizzati o in progress in tutto il mondo, è stato insignito dei più importanti riconoscimenti della disciplina. Su tutti, il Pritzker Architecture Prize, ricevuto nel 2008, e il Leone d’oro alla Biennale di Architettura di Venezia, nel 2000.
Fondatore dello studio Ateliers Jean Nouvel, fin dall’inizio della sua carriera il progettista ha preso le distanze dall’idea di un’architettura stereotipata, incurante delle peculiarità dei contesti geografici. Parallelamente ha dimostrato interesse sia verso i progressi conseguiti in ambito tecnologico, che nella ricerca sui materiali. Organizzata in collaborazione con la Fondation Cartier pour l’art contemporain e compresa nel ciclo curato dalla PSA dal titolo “Architecture & City” Exhibitions and Researches, la mostra presenta sei opere d’arte basate su altrettanti edifici rappresentativi del percorso di Nouvel; ad affiancarle, la proiezione di un film sul progettista.
Il percorso si focalizza sui progetti del Lucerne Culture and Convention Center, in Svizzera; su Tête Défense, Tour Sans Fins, Fondation Cartier pour l’art contemporain, in Francia; sui grandi magazzini Galeries Lafayette a Berlino e sulla torre in vetro 53W53, a New York.
Visitabile fino al primo marzo 2020, Jean Nouvel, in my head, in my eye… belonging… si propone come un appuntamento unico dal punto di vista dell’allestimento. Anziché ricorrere ai tradizionali display, Nouvel ha infatti scelto di trasformare la sala espositiva “in un teatro pieno di luci e ombre”. Proprio nell’uso della luce, del resto, l’architetto si è distinto fin dagli esordi, adottando tale elemento per rivelare potenzialità e complessità degli spazi e per dare vita a esperienze di narrazione ricche di “sorprese visive”.
[Immagine in apertura: Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris, France, 1991-1994. Photo Credit: Jean Nouvel, Emmanuel Cattani & Associés / ADAGP. Photo by Luc Boegly]