All'Institut Giacometti di Parigi è in corso un inedito progetto espositivo, con una selezione di sculture del maestro svizzero ispirate ai temi affrontati dal Marchese de Sade, il primo autore erotico dell'epoca moderna.
Nel 1933 Alberto Giacometti scrisse ad André Breton: “Ieri ho letto Sade, sono davvero interessato ai suoi scritti”. Ruota intorno a questa semplice quanto cruciale dichiarazione la mostra in corso fino al prossimo 9 febbraio a Parigi. Stiamo parlando di Cruels Objets of Desire, un inedito vis-à-vis tra lo scultore svizzero e il “Divin marchese” ‒ autore di classici della letteratura erotica, simbolo di libertinismo e fonte di ispirazione per molti intellettuali nei secoli a venire.
Ospitato nelle sale dell’Institut Giacometti della capitale francese, il progetto alza il sipario sull’interesse dimostrato da Giacometti verso le tematiche affrontate da Sade nei suoi testi, portando sotto i riflettori una selezione di oltre quaranta lavori realizzati dal 1929 al 1934 – anni in cui l’artista si avvicinò al movimento surrealista.
Le sculture e i disegni qui proposti racchiudono l’attenzione verso i temi dell’inconscio, del sogno e della sessualità – territori abbondantemente sondati negli scritti di Sade, e qui presi come ispirazione per opere quali Uomo e donna, del 1928-29, o Gabbia, del 1933. A concludere l’itinerario, curato da Christian Alandete e Serena Bucalo-Mussely, anche una serie di taccuini personali dell’artista ‒ dove l’omaggio al Marchese diventa ancora più esplicito ‒, e un video di Estefania Peñafiel Loaiza: una rivisitazione contemporanea del celebre film surrealista Un cane andaluso, prodotto e interpretato nel 1929 da Luis Buñuel e Salvador Dalí.
[Immagine in apertura: Alberto Giacometti, Femme couchee qui reve, 1929 © Succession Alberto Giacometti Fondation Giacometti Paris + Adagp Paris 2019]