“When The Towel Drops” è un progetto di ricerca che esplora la rappresentazione delle femminilità e della sessualità nel cinema internazionale. Come venivano (e come vengono) rappresentate le donne nei film? A rispondere una mostra in arrivo all'ICA di Milano.
Cosa vuol dire reintrodurre nella memoria collettiva ciò che è stato rimosso? In che modo la conoscenza di una storia celata per decenni può modificare la percezione contemporanea delle questioni di genere e della sessualità? Sono queste le importanti domande alla base di When The Towel Drops, il lavoro itinerante e in capitoli di Radha May – il collettivo composto da Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur e Bathsheba Okwenje.
Da sempre interessate a esplorare il mito della femminilità e degli stereotipi di genere, le tre artiste si preparano a un nuova fase del progetto, pronta a debuttare negli spazi dell’ICA – Istituto Contemporaneo per le Arti di Milano.
Visitabile dal 29 novembre al 2 febbraio 2020 nella project room dell’istituzione, When The Towel Drops Vol1 | Italy consiste in una video-installazione. Curato da Claudia D’Alonzo, il lavoro punta i riflettori sui temi della censura e dell’immaginario femminile nel cinema italiano del dopoguerra, raccogliendo e assemblando centinaia di documenti d’archivio e scene inedite volutamente tagliate da film italiani e stranieri degli anni Cinquanta e Sessanta.
Attraverso una scansione di immagini e spezzoni rimossi – perché ritenuti destabilizzanti, provocatori e inaccettabili per la morale dominante –, il progetto vuole riflettere sui meccanismi istituzionali e politici impiegati nella storia della cultura, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’immagine di donna “accettabile” – mai davvero protagonista, censurata, marginale. Un progetto che guarda al passato per interrogarsi, inevitabilmente, sui limiti e sulle problematiche del nostro presente.
[Immagine in apertura: When the Towel Drops, Vol 1 | Italy, Radha May (Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur, Bathsheba Okwenje), 2015-2019. View of the Cineteca di Bologna (IT), where a part of the censorship archive is housed. Courtesy of the artists and Cineteca di Bologna]