50 musei americani ospiteranno mostre di sole artiste in vista delle elezioni presidenziali 2020

6 Novembre 2019


L’agenda politica statunitense si accinge a entrare nel vivo dell’intenso anno che si concluderà con le elezioni presidenziali il 3 novembre 2020. Mentre il mondo segue con attenzione il lungo cammino verso il voto, una iniziativa di grande richiamo ha preso piede nel mondo dell’arte, innescando una riflessione che fonde cultura e politica.

Stiamo parlando del progetto avviato dalla curatrice Apsara diQuinzio e intitolato Feminist Art Coalition, l’organizzazione alla base della lunga serie di mostre, performance ed eventi dedicati all’arte femminile nel 2020. Senior curator of Modern and contemporary art al Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, di Quinzio, ispirata dalla Women’s March del 2017, come riportato da The Art Newspaper, ha chiamato a raccolta colleghi e musei, nell’ottica di difendere e ribadire i diritti delle donne.

I MUSEI

Il risultato è una iniziativa davvero importante, alla quale hanno già aderito cinquanta musei d’oltreoceano, ma la speranza è che altre istituzioni si uniscano alla lista. Fra le sedi che hanno già confermato il loro appoggio al progetto spiccano l’Hammer Museum e l’Institute of Contemporary Art di Los Angeles, che accoglieranno un focus sulle artiste femministe mid-career, il de Young Museum di San Francisco, dove andrà in scena la monografica di Judy Chicago, il Brooklyn Museum, con la retrospettiva su Lorraine O’Grady, e lo stesso Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, dove diQuinzio firma la curatela di una grande mostra sulla poetica delle artiste femministe tra il 2000 e il 2020. Un segnale culturalmente forte, in un’epoca dominata dalla messa in discussione di diritti fondamentali.

[Immagine in apertura: Linda Stark: Stigmata, 2011; oil on canvas over panel; 36 × 36 × 3 in.; University of California, Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive; purchase made possible through a gift of the Paul L. Wattis Foundation]