Non esiste una sola Etruria: è questo il punto di partenza della mostra al via al Museo Civico Archeologico di Bologna. Un progetto espositivo che fa tappa in tutti territori in cui la cultura etrusca si è manifestata, anche adottando forme di insediamento, urbanizzazione e gestione differenti e riconoscibili.
Sono degni di attenzione i numeri che identificano la mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna, proposta fino al 24 maggio 2020 negli spazi del Museo Civico Archeologico di Bologna. Le opere in mostra in occasione di questo importante progetto espositivo, organizzato venti anni dopo le mostre dedicate alla civiltà etrusca a Bologna e a Venezia, sono infatti circa 1400, provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. Uno sforzo importante, dunque, promosso allo scopo di accompagnare i visitatori in Etruria e in tutte le altre aree in cui questa antica cultura si è insediata e manifestata. Un viaggio che dall’attuale Centro Italia si estende fino alle pianure del Po e al Vesuvio.
Dopo un’introduzione affidata alle testimonianze di viaggio ottocentesche, una sorta di suggestivo avvicinamento all’universo etrusco, il percorso espositivo adotta un criterio cronologico per presentare, identificandoli attraverso cinque colori, altrettanti periodi chiave della storia etrusca. Questo itinerario prende il via dalle origini, fissate al IX secolo a.C., ripercorrendo tutte le fasi salienti fino al progressivo tramonto degli Etruschi.
Cinque sono anche le aree geografiche prese in esame dalla mostra, che estende l’orizzonte della trattazione oltre i territori più comunemente associati a questo popolo. Una modalità che consente di cogliere elementi ricorrenti e specificità locali, dando spazio anche alle novità emerse da campagne di scavo e di studio. I visitatori, quindi, si spostano dall’Etruria Meridionale (Tarquinia, Veio, Cerveteri, Pyrgi e Vulci) a quella Campana (Pontecagnano, Capua e la piana del Volturno, Pompei e la valle del Sarno), facendo ovviamente tappa nell’Etruria Interna (Orvieto, Perugia, Chiusi e Cortona). L’attenzione si sposta sull’Etruria Settentrionale (Vetulonia, Populonia e il comprensorio Pisa-Volterra-Fiesole) e sull’Etruria Padana (Bologna, Marzabotto, Verucchio, Spina, l’Emilia occidentale, Adria e Mantova).
Nell’allestimento progettato da PANSTUDIO e nell’impianto curatoriale concepito da Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi e Laura Minarini, le opere concesse, tra gli altri musei, dal British Museum, dal Louvre, dal Museé Royal d’Art e d’Histoire di Bruxelles, dal Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e dai Musei Vaticani dialogano con la vasta collezione etrusca del museo bolognese.
[Immagine in apertura: Tomba delle hydriae di Meidias. Provenienza: Populonia. Fine V secolo a.C. Firenze, Museo Archeologico Nazionale, Polo Museale della Toscana]