Sono quasi 150 opere le opere esposte nella cornice di Palazzo dei Diamanti in occasione della mostra "De Nittis e la rivoluzione dello sguardo": accanto ai dipinti del pittore pugliese, una selezione di fotografie d'epoca e alcune delle prime immagini in movimento dei fratelli Lumière.
Barletta e Ferrara “mai così vicine” sul fronte culturale come in questo periodo. Il rapporto di interscambio attivato tra il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e la Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta è infatti alla base di due importanti progetti espositivi. Mentre nella località pugliese è stata da poco inaugurata Boldini. L’incantesimo della pittura. Capolavori dal Museo Boldini di Ferrara, che ha condotto negli spazi di Palazzo della Marra un nucleo di dipinti e di opere grafiche del celebre pittore, a Ferrara ha da poco preso il via De Nittis e la rivoluzione dello sguardo. Originario proprio di Barletta, l’artista è di scena a Palazzo dei Diamanti fino al 13 aprile 2020.
Scomparso a Parigi nel 1884, a soli 38 anni, De Nittis è stato uno degli artisti italiani attivi nella Ville Lumière di fine secolo. Ha dunque operato nel medesimo contesto che fu di ispirazione anche per Boldini, dando vita a esiti autonomi e distinguibili. Sulle sue tele ha trasferito, con immediatezza e spesso ricorrendo a prospettive insolite, i paesaggi assolati del sud Italia, le scene di vita urbana osservate a Londra e Parigi, i ritratti di donne e uomini del suo tempo.
Uno degli aspetti messi in evidenza dalla mostra ferrarese, curata da Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Hélène Pinet, riguarda la progressiva “ascesa della modernità” che si respira nelle sue opere. Un aspetto rafforzato, nel percorso di visita, dalla combinazione tra le sue opere e le fotografie di autore celebri della sua epoca: da Edward Steichen a Gustave Le Gray, da Alvin Coburn ad Alfred Stieglitz, fino ai fratelli Lumière, dei quali sono esposte alcune delle prime immagini in movimento. Nel complesso, sono quasi 150 i lavori presenti, in prestito da importanti collezioni pubbliche e private italiane ed europee.
In questo racconto del contributo dato dall’artista nel processo di creazione di un linguaggio creativo pienamente moderno, la mostra è affiancata da un importante catalogo. La pubblicazione illustra il rapporto tra l’artista e la fotografia, il suo spiccato interesse per la rappresentazione del paesaggio urbano e, non da ultimo, il ruolo della moglie Léontine nella sua carriera.
[Immagine in apertura: Giuseppe De Nittis, Al Bois, 1873. Olio su tela, cm 20 x 30. Courtesy Archivi Boldini-De Nittis-Zandomeneghi]