L’atelier del regista Jean-Luc Godard alla Fondazione Prada di Milano

2 Dicembre 2019


Come viene creato un film? Quali sono gli spazi, gli oggetti, le “cose” vissuti dal regista durante la produzione di una pellicola? Il nuovo progetto in arrivo alla Fondazione Prada di Milano sembra prendere spunto da queste domande, chiamando sulla scena Jean-Luc Godard ‒ tra i massimi autori di sempre del cinema francese.

Aperto al pubblico a partire dal 4 dicembre, e allestito in maniera permanente al primo piano della galleria Sud dell’istituzione meneghina, Le Studio d’Orphée nasce con l’obiettivo di dar vita a un luogo in cui accogliere l’osservatore, ponendolo all’interno di un contesto nel quale percepire il “dietro le quinte” di una produzione cinematografica, ma anche le emozioni e le sensazioni di chi quel luogo lo vive e lo abita.

UN ATELIER APERTO

Allestito in forma di atelier, racchiuderà mobili, quadri, libri, materiale personale e strumenti di lavoro provenienti dallo studio svizzero del regista, e impiegati per la realizzazione dei suoi film a partire dal 2010. Dislocati nello spazio, questi oggetti saranno inoltre accompagnati dalla proiezione di nove cortometraggi – tra i quali Je vous salue Sarajevo del 1993, e Une Catastrophe del 2008 – e del lungometraggio Le Livre d’Imagine, tutti proiettati su uno schermo televisivo anch’esso proveniente dal laboratorio del regista.

A concludere l’esperienza all’interno di questo spazio “artigianale” ‒ tra apparati tecnici e frammenti di vita quotidiana ‒, anche uno speciale intervento sonoro installato nell’ascensore della Torre dell’edificio. Nel complesso, un’esperienza “obbligata” soprattutto per gli amanti della settima arte, per conoscere da vicino le fasi di lavoro che portano all’origine di un’opera cinematografica.

[Immagine in apertura: Jean-Luc Godard, Le Studio d’Orphée, Fondazione Prada, Milano. Photo Agostino Osio ‒ Alto Piano. Courtesy Fondazione Prada]