A 100 anni dalla nascita, Milano ricorda Emilio Vedova

3 Dicembre 2019


Conto alla rovescia a Milano per l’apertura al pubblico di Emilio Vedova, una delle mostre di punta della stagione espositiva invernale 2019/2020. Curato da Germano Celant, promosso da Comune di Milano Cultura, da Palazzo Reale e dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, il progetto espositivo si lega alle celebrazioni organizzate a cento anni dalla nascita dell’artista veneziano, tra le voci più rilevanti del Novecento italiano.

Visitabile dal 6 dicembre al 9 febbraio 2020, Emilio Vedova riunisce lavori realizzati dall’artista dagli anni Quaranta agli anni Novanta del secolo scorso. A precedere la loro presentazione è un apparato cronologico, che all’interno della Sala del Piccolo Lucernario sintetizza le tappe salienti della vita e della parabola professionale del pittore. Il suggestivo allestimento, progettato dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto e collocato nella settecentesca Sala delle Cariatidi firmata da Giuseppe Piermarini, è stato concepito come “contesto lacerato”; include, sia a muro che a pavimento, una sessantina di opere. Come nel caso di Absurdes Berliner Tagebuch ʼ64, sono presenti anche lavori di dimensioni considerevoli.

UN ALLESTIMENTO D’AUTORE

Preceduta dalla conferenza stampa, prevista il 5 dicembre alle ore 12:00, e dall’inaugurazione su invito, fissata per lo stesso giorno, alle ore 18:30, la mostra si colloca come l’evento conclusivo tra quelli promossi, nel segno di Emilio Vedova, quest’anno. A ricordare le numerose iniziative comprese nel programma culturale che si è svolto nel 2019 è stato Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova: “Dalla pubblicazione del prestigioso volume ‘Vedova De America’, edito da Skira, cui ha fatto seguito la mostra Emilio Vedova di/by Georg Baselitz, curata dal grande pittore tedesco nel Magazzino del Sale a Venezia. Altra tappa importante, la produzione del film ‘Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio’, realizzato da Twin Studio per la regia di Tomaso Pessina, con la lettura dai diari del pittore da parte di Toni Servillo, che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nell’ambito delle Giornate degli Autori“, ha sottolineato.

La mostra di Palazzo Reale, a sua volta, è associata a una monografica, pubblicata da Marsilio Editori e curata dallo stesso Celant, che intende illustrare, in modo completo ed esaustivo, le diverse connotazioni linguistiche sperimentate dall’artista. Tra queste, la rottura della rigidità formale dell’astrazione e il successivo approdo a tele dal segno pittorico aperto e libero; la scelta di misurarsi con grandi dipinti dal materismo cromatico assoluto e, tra le altre sperimentazioni, i Dischi dipinti in tondo, intesi come “entità autonome”.