Sono tutte stampe originali quelle esposte all'interno del Museo Friulano della Fotografia, inaugurato nei giorni scorsi nel Castello di Udine. L’esposizione verrà periodicamente rinnovata, in modo tale da consentire ai visitatori di conoscere una significativa selezione del patrimonio fotografico dei Civici Musei.
Con l’apertura del Museo Friulano della Fotografia, avvenuta lo scorso 13 dicembre, la città di Udine si dota di un indirizzo di alto rilievo culturale. Istituito nel 2001, a completamento del percorso sull’immagine del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, il Museo era stato disallestito nel 2015. Conclusi i successivi lavori di rinnovamento e ampliamento, può essere ora visitato al terzo piano del Castello di Udine.
Il percorso espositivo, curato dalla conservatrice dei Civici Musei di Udine Silvia Bianco con Loris Milocco, si snoda tra sette sale tematiche; un ulteriore spazio è riservato alle mostre temporanee. Nucleo cardine del Museo è il patrimonio fotografico di proprietà dei Civici Musei di Udine, che nell’arco di oltre un secolo è stato notevolemente potenziato grazie ai numerosi archivi legati alla storia del Friuli e, in particolare, alla fase storica che va dagli anni Cinquanta dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento. Attualmente sono circa 200mila le fotografie conservate, tra negativi e positivi di vario formato: un vasto corpus di opere in grado di rendere il Museo e la Fototeca punti di riferimento su scala nazionale di questo settore.
All’interno del museo, che gode di una posizione privilegiata sulla città e sul contesto montano circostante, è possibile ripercorrere, tra opere e strumenti, la storia della fotografia, un’arte da sempre particolarmente apprezzata a Udine. Come indicato dalla stessa curatrice, “è stato pensato un percorso che vuole valorizzare il patrimonio recuperando il ruolo della fotografia storica come opera d’arte in un’epoca pervasa dalle immagini“.
Tale narrazione prende avvio con un focus sulla ritrattistica, genere che conobbe una rapida ascesa nel corso dell’Ottocento. L’attenzione si sposta quindi sulla fotografia paesaggistica, con una riflessione sui cambiamenti avvenuti nel territorio friulano, documentati anche attraverso gli scatti ottocenteschi dell’archivio della Società Alpina Friulana. Alla città di Udine è dedicata un’intera sala, seguita da quella con le fotografie legate alle tradizioni e ai costumi locali; il successivo focus si concentra sugli strumenti per la realizzazione, per la stampa e per la visione delle fotografia. Il percorso si conclude con il ricordo della Prima Guerra Mondiale e di Udine come “capitale della guerra”.
[Immagine in apertura: Carlo Pignat, Piazza Vittorio Emanuele II, oggi della Libertà, 1920 ca. Gelatina ai sali d’argento. Archivio Friuli]