A ridosso del lago Taihu, nella città cinese di Wuxi, lo scorso 22 dicembre è stato inaugurato il Wuxi Taihu Show Theater. Progettato dallo studio SCA Steven Chilton Architects, l'edificio intende evocare una foresta di bambù.
Le aspettative erano alte e il recente completamento del Wuxi Taihu Show Theater, in Cina, sembra non averle tradite. Situato a ridosso del lago Taihu a Wuxi, una città di oltre 3 milioni di abitanti nella provincia di Jiangsu, l’edificio è stato progettato dallo studio SCA Steven Chilton Architects a partire da un riferimento tanto esplicito quanto poetico.
Per il disegno di questa struttura teatrale, in grado di ospitare fino a 2000 spettatori contemporaneamente, gli architetti si sono infatti ispirati alla più grande foresta di bambù della Cina, ovvero al cosiddetto Sea of Bamboo Park di Yixing. La traduzione, su scala architettonica, di questo riferimento naturale ha previsto la costruzione di sottili pilastri bianchi collocati lungo il periodo dell’edificio, inaugurato lo scorso 22 dicembre. Complessivamente intesi, sono in grado di evocare proprio l’immagine di una foresta di svettanti bambù.
Fondato nel 2015 e con sede a Londra, lo studio SCA Steven Chilton Architects riunisce un team di professionisti che, combinando conoscenze tecniche e tecnologiche, sostiene, per sua stessa ammissione, l’idea di “un’architettura inaspettata in grado di abbracciare, affascinare e sorprendere”. Un proposito ampiamente espresso nel progetto del Wuxi Taihu Show Theater, che sarà sede dello spettacolo acquatico permanente di Franco Dragone.
Il sistema dei pilastri, la copertura, frammentata in decine di strutture in alluminio anodizzato orientate in modo casuale in modo da dare vita a giochi di luce e ombra durante il giorno, e l’involucro trasparente rappresentano i tre “elementi chiave” dell’intero progetto. In particolare, osservando le vetrate a tutta altezza dell’edificio si possono notare strisce bianche e dorate. Si tratta di un “ornamento” che intende imitare le “colonne di bambù”, contribuendo ad amplificare il riferimento alla foresta. E, di notte, l’illuminazione dal basso rende il teatro una sorta di “faro etereo”, scenograficamente sospeso tra il lago e la città.
[Immagine in apertura: Photo Kris Provoost]