Il mondo di Jacques Henri Lartigue arriva a Venezia, per la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia al fotografo francese. Presto alla Casa dei Tre Oci, 120 immagini per rivivere lo spirito della Belle Époque.
“Lartigue fece ciò che nessun fotografo aveva fatto prima e che nessuno fece dopo: fotografare la propria vita”. Parte da questa citazione di Richard Avedon la mostra al via a Venezia il prossimo 29 febbraio. Una retrospettiva che raccoglie centoventi scatti realizzati in carriera da Jacques Henri Lartigue, tra i fotografi più significativi del Novecento.
Ospitata fino al 12 giugno presso la Casa dei Tre Oci, la rassegna – dal titolo L’invenzione della felicità – punta i riflettori sull’intero arco creativo dell’artista: dagli esordi durante gli anni della Belle Époque fino agli esiti in età matura, passando per la grande mostra al MoMa di New York nel 1963, che ne decretò il successo a livello mondiale.
Curata da Marion Perceval, Charles-Antoine Revol e Denis Curti, e realizzata in collaborazione con la Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi, la mostra si presenta come il più ampio progetto italiano mai dedicato al fotografo francese. Occhi puntati su una corposa selezione di materiale mai esposto prima d’oggi – sono ben cinquantacinque le foto inedite –, documenti d’archivio, diorami e tre stereoscopie che ritraggono eleganti scenari parigini del primo Novecento.
Proprio il fervido ambiente della capitale francese anima la sezione iniziale del percorso espositivo: la ricca borghesia, le gare di cavalli e il fermento della vita cittadina negli anni che precedono la Prima Guerra Mondiale sono la fonte di ispirazione di buona parte delle immagini relative ai primi anni di pratica del maestro. “La ‘parte di mondo’ di Lartigue” – scrive Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci – “è quella ricca e borghese di una Parigi del nouveau siècle. Anche quando l’Europa verrà attraversata dagli orrori delle due guerre mondiali, Lartigue continuerà a preservare la purezza del suo microcosmo fotografico, continuando a fissare sulla pellicola solo ciò che vuole ricordare, conservare”.
Il percorso artistico di Lartigue si evolve nella seconda parte della sua carriera, raccontata nei “capitoli” conclusivi della rassegna. L’ultimo frangente del tragitto espositivo si sofferma infatti sulla produzione fotografica a partire dagli anni Quaranta, dove la mondanità e i frammenti di vita quotidiana tanto cari all’artista si incontrano con un nuovo senso di ricerca e di sperimentazione, attraverso inquadrature più ricercate, secondo la “moda” del tempo. A dimostrare le evoluzioni stilistiche del fotografo, anche il famoso Diary of the Century, il libro pubblicato nel 1970 in collaborazione con Richard Avedon e Bea Feitler, art director di Harper’s Bazaar.
[Immagine in apertura: Jacques Henri Lartigue, Anna la Pradvina, aussi appelée “La femme aux renards”, Avenue du Bois, Paris, 1911 © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL]