24 Gennaio 2020
Si chiama semplicemente “Takis” la nuova mostra in corso al MACBA di Barcellona. Una grande retrospettiva che raccoglie l'intera produzione dell'artista greco, nome di riferimento dell'arte cinetica del Novecento.
L’impressione è quella di entrare in una sorta di scenario rurale, se non fosse che di tutto si tratta tranne che di natura (almeno non nella sua accezione più ovvia). L’ultima grande retrospettiva dedicata a Takis dal MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Barcellona accoglie il pubblico con un primo gruppo di sculture: sono aste in ferro finissime, con sopra poggiati dei pesanti magneti circolari. Le aste appaiono gracilissime, eppure restano dritte, come steli di papaveri di metallo in una campagna asettica. Si tratta di Magnetic Field, l’opera del 1969 forse più emblematica dell’artista, pioniere dell’arte cinetica, scomparso lo scorso agosto.
Il resto del percorso espositivo prosegue proponendo una formula non troppo distante da questo primo episodio. L’intera ricerca di Takis si semplifica infatti nell’uso inedito dell’elettromagnetismo: fili metallici, lacci e sfere di piombo sospese si muovono nel vuoto, dando un valore tangibile alle energie fisiche che derivano dal contatto tra i materiali.
Curata da Guy Brett, Michael Wellen e Teresa Grandas – e organizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra –, la mostra (aperta fino al 19 aprile) offre uno sguardo ragionato sull’intera carriera dell’artista greco: dalle prime sperimentazioni cinetiche alla definizione di un linguaggio sempre giocato tra arte e scienza, tra elegante senso estetico e studio dei fenomeni e delle forze della natura.
Ecco allora le prime sculture “telemagnetiche” di fine anni Cinquanta, il brevetto ottenuto dal Ministero dell’Industria francese per i suoi esperimenti nel campo del magnetismo, i viaggi negli Stati Uniti e gli studi presso il Massachusetts Institute of Technology. Un percorso artistico complesso e affascinante come pochi, ben racchiuso all’interno di questa rassegna. Se siete di passaggio in città, farci un salto è dovuto.
[Immagine in apertura: vista dell’allestimento della mostra Takis, MACBA Barcellona, photo Miquel Coll]