Il Centro Trevi di Bolzano punta i riflettori su Bruno Munari. In arrivo la prima parte di un doppio progetto tutto dedicato alle sperimentazioni dell'artista e designer milanese.
C’è sempre un valido motivo per parlare di Bruno Munari. L’eclettismo e le scintillanti intuizioni dell’artista e designer milanese saranno presto in mostra a Bolzano, all’interno di un progetto messo in piedi da una delle massime esperte sulla ricerca dell’autore, Miroslava Hajek – curatrice dell’evento insieme a Manuel Canelles.
In apertura il 7 febbraio al primo piano del Centro Trevi, l’esposizione – dal titolo Munari. In Movimento (parte prima) – propone alcuni lavori storici dell’artista. Si tratta delle macchine a struttura flessibile: opere scultoree capaci di interagire con l’ambiente, ricreando nello spazio una inedita relazione con l’osservatore.
Tra le opere in mostra la serie dei Flexy – oggetti flessibili realizzati alla fine degli anni Sessanta come opere d’arte interattiva – e tre esemplari di Concavo-convesso – sculture “mobili” in rete metallica a maglia fine, appositamente illuminate in modo da creare giochi di ombre e fantasie puntiformi sulla parete (lavori che avevamo già apprezzato qualche mese fa, con la mostra Toccare la Bellezza alla Mole Vanvitelliana di Ancona). L’apertura della rassegna sarà seguita da un approfondito programma di incontri, laboratori e performance, prima di chiudere il 29 febbraio.
A questa prima fase del progetto seguirà una seconda tappa, nel mese di luglio. In quell’occasione i riflettori saranno puntati su uno specifico gruppo di lavori realizzati negli anni Cinquanta: le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, con cui l’artista portò a compimento la sua ricerca verso la conquista di una nuova spazialità, oltre la realtà bidimensionale dell’opera.
[Immagine in apertura: Bruno Munari. Concavo-convesso (1947). Installazione Estorick London 2012. Fotografia di Pierangelo Parimbelli. Courtesy Miroslava Hàjek]