Trent'anni di carriera di Christian Louboutin vengono raccontati a Parigi in un luogo chiave per la formazione del celebre creatore di scarpe: si tratta del Palais de la Porte Dorée, gioiello architettonico in stile Art déco che fino al 26 luglio prossimo ospiterà l'universo creativo dell'eclettico stilista calzaturiero francese.
Cosa si nasconde dietro all’audace e inarrestabile creatività di Christian Louboutin, star del fashion design mondiale e figura di indiscusso rilievo del mondo delle calzature? È un luogo denso di significato a ospitare la più grande mostra mai dedicata al celebre designer di scarpe: si tratta del Palais de la Porte Dorée, a Parigi, che aveva stimolato la curiosità di Louboutin fin dall’adolescenza. La peculiare combinazione tra bellezza architettonica e opulenza ornamentale dell’edificio contribuì infatti ad alimentare la passione per le arti visive e l’interesse verso le arti applicate in quello che sarebbe diventato uno dei più protagonisti della moda internazionale.
Fino al 26 luglio prossimo, questo gioiello dell’Art déco apre le proprie porte a una straordinaria selezione di scarpe firmate Louboutin, per svelare i segreti dei processi creativi del designer tra pezzi appartenenti alla sua collezione personale e prestiti d’eccezione. Molte le scarpe mostrate in questa occasione al pubblico per la prima volta, affiancate da alcuni dei più riusciti esempi di collaborazioni tra Louboutin e gli artigiani e i creativi di tutto il mondo.
Curata da Olivier Gabet, direttore del Museo delle arti decorative di Parigi, Christian Louboutin: the Exhibition[ist] ripercorre tre decenni di produzione del designer, in un susseguirsi di visioni, sperimentazioni, ispirazioni e layout espositivi di notevole impatto. A essere raccontato è l’intero universo del progettista, fin dagli esordi: fu proprio all’ingresso del Palais de la Porte Dorée che, da ragazzino, notò un avviso che proibiva di indossare scarpe col tacco alto. Era stato affisso affinché i visitatori evitassero di camminare su alcuni dei preziosi pavimenti all’interno, ma nella mente del giovane Louboutin fornì l’impulso per disegnare l’iconico modello Pigalle.
Tante, dunque, le curiosità che il progetto espositivo intende raccontare agli appassionati di moda e di scarpe in particolare. La mostra documenta i rapporti con il regista e fotografo David Lynch, oltre agli scambi creativi con l’artista multimediale neozelandese Lisa Reihana, con i designer britannici Whitaker Malem, con la coreografa spagnola Blanca Li e con l’artista pakistano Imran Qureshi. Gli interessi eclettici di Louboutin sono al centro della sezione conclusiva della mostra. Dal titolo “Imaginary museum“, si riconnette all’identità del Palais de la Porte Dorée presentando pezzi particolarissimi: dalle porcellane blu e bianche Wedgwood fino alla sinuosa una chaise longue Marquesa progettata dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer e da sua figlia Anna Maria.
[Immagine in apertura: Degrastrass © Jean-Vincent Simonet]