Con quattro lungometraggi all'attivo, un Oscar vinto per "12 anni schiavo", prestigiosi premi e mostre in tutto il mondo, Steve McQueen viene celebrato dalla sua città natale: prende il via il 13 febbraio a Londra un'importante retrospettiva che esamina gli ultimi due decenni della sua carriera.
Vincitore del Turner Prize nel 1999, dell’Oscar per il miglior film nel 2013, con 12 anni schiavo, scelto per rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 2009, l’acclamato artista Steve McQueen rivolge da anni il proprio sguardo, acuto e potente, su alcune delle questioni chiave della nostra epoca, tra cui il tema dell’identità.
Raccogliendo 14 rilevanti opere della sua poliedrica produzione ‒ film, fotografia e scultura ‒, la mostra, al via il 13 febbraio alla Tate Modern di Londra, ne esamina in profondità il peculiare contributo alle arti visive contemporanee, puntando l’accento sulla sua visione, sempre coraggiosa e priva di compromessi.
Affiancata dalla parallela esposizione di Year 3, recente opera dell’artista esito della collaborazione tra Tate, Artangel e A New Direction ‒ fino al 3 maggio 2020, alla Tate Britain ‒, la retrospettiva Steve McQueen si concentra sugli ultimi due decenni della carriera dell’artista, focalizzandosi sull’approccio pioneristico di McQueen in ambito cinematografico. Tra i lavori esposti, molti quelli nei quali McQueen spinge con forza sulla componente biografica, introducendo un approccio personale e intimo: è il caso del suo primo film, Exodus 1992/97, in cui si confronta con il multiculturalismo di Londra, sua città natale, impiegando una videocamera Super 8, e di 7th Nov. 2001, che ricostruisce un doloroso episodio avvenuto nella sua famiglia.
Accanto ad alcune coinvolgenti installazioni video su larga scala, come Western Deep 2002 e In Static 2009, in cui vengono eccezionalmente “ridotte le distanze di osservazione” di un monumento iconico a livello globale come la Statua della Libertà, i visitatori avranno l’occasione di conoscere anche opere di recente esecuzione. In particolare, in questa speciale occasione, viene presentata per la prima volta nel Regno Unito End Credits 2012–ongoing, l’omaggio di McQueen al cantante, attore e attivista per i diritti civili afroamericano Paul Robeson, scomparso nel 1976.
[Immagine in apertura: Steve McQueen, Static 2009. Video still © Steve McQueen. Courtesy the artist, Thomas Dane Gallery and Marian Goodman Gallery]