Lanciato nel 2017 come il primo videogame prodotto da un museo archeologico, “Father&Son” raggiunge nuovi traguardi: su tutti, la nuova traduzione del gioco in lingua napoletana. Un modo per celebrare la cultura partenopea e promuovere il patrimonio del MANN grazie alle nuove tecnologie.
Dopo aver conquistato il mondo del gaming con oltre 4 milioni di download a partire dalla sua presentazione, il videogioco Father&Son da oggi parla anche napoletano. Succede grazie alla volontà del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, produttore del progetto che, a tre anni di distanza dal suo lancio, aggiunge ora un nuovo tassello a questa lodevole iniziativa.
Realizzato nel 2017 dall’associazione TuoMuseo, Father&Son è il primo videogame creato da un museo archeologico e lanciato su scala globale. Un esperimento culturale che unisce didattica e intrattenimento, con l’obiettivo di divulgare le bellezze e il patrimonio dell’istituzione attraverso le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Dopo il successo della prima “puntata”, ora il videogame è fruibile anche in napoletano, grazie al certosino lavoro di traduzione compiuto insieme agli studenti dei quartieri popolari della città partenopea. A partire dal prossimo 20 aprile, inoltre, il gioco sarà disponibile anche in lingua tedesca e giapponese, facendo salire a dieci il numero degli idiomi messi a disposizione degli utenti.
Ma c’è di più. Per il prossimo autunno è prevista la seconda parte del gioco: il sequel sarà incentrato sulla figura di Gloria, una ragazza napoletana che cercherà tra le sale del museo le imprese e i personaggi che hanno segnato la storia antica e quella più recente. Un progetto ambizioso, che ribadisce le potenzialità dell’incontro tra nuove tecnologie e cultura.
[Immagine in apertura: Screenshot Father&Son. Per gentile concessione MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli]