Le opere di Hokusai e Hiroshige sono al centro di un nuovo speciale cofanetto portato di recente in libreria da L'Ippocampo Edizioni. Una serie di favolose stampe a tema naturale, realizzate dai due maestri della grafica nipponica nella prima metà dell'Ottocento.
Nonostante il Giappone sia ormai ultra urbanizzato, il legame del Paese con i ritmi della natura si mantiene solido e il calendario abbonda di celebrazioni connesse con il ciclo delle stagioni. Un esempio? La tradizione dello “Hanami”, durante la quale i giapponesi si riversano nei parchi per contemplare i ciliegi in fiore. Ma da dove arriva questa attenzione alle più effimere manifestazioni del regno vegetale? E in quale modo l’arte e la poesia hanno contribuito a tramandare nei secoli queste tradizioni?
Una parte delle risposte a tali domande è da oggi racchiusa in Le stagioni viste dai grandi maestri della stampa giapponese (nell’immagine in apertura: Courtesy l’editore): un pregevole cofanetto edito da L’Ippocampo che raccoglie, in maniera mirabile, le immagini realizzate nell’Ottocento da Hokusai e Hiroshige, nomi culto della grafica del Sol Levante che, grazie alla loro attività artistica, contribuirono a portare all’apogeo il genere del paesaggio.
Disposte in sequenza, all’interno di un unico, lunghissimo foglio piegato a fisarmonica – proprio come già era stato qualche mese fa per la sontuosa edizione relativa alle trentasei vedute del monte Fuji –, le immagini scorrono potenti e poetiche, ognuna con il suo stile, ognuna con la sua forma.
Al centro di ogni stampa (in totale sono oltre sessanta) spiccano le splendide montagne nipponiche imbiancate dalla neve, le scene di vita quotidiana, i contadini immersi in un paesaggio arrossato dal sole e le distese di alberi rigogliosi. Gli elementi dell’iconografia tradizionale ci sono tutti: la fioritura dei ciliegi diventa il grande simbolo della primavera e il sole quello dell’estate; l’autunno invita alla contemplazione della luna e delle foglie degli aceri, mentre l’inverno giunge insieme alle prime nevi. Un ventaglio di scene bucoliche in cui al lettore non resta che immergersi, cercando conforto – in questi giorni di caos e profonda instabilità – all’interno della natura e del suo eterno rinnovamento.