Quarant'anni di musica hip hop sono raccolti nella nuova mostra all'ICP – The International Center of Photography di New York. Un viaggio fotografico per conoscere i protagonisti di un genere musicale tra i più ascoltati del presente.
Dai quartieri degradati di New York alle vette più alte della discografia mondiale. La musica hip hop si è imposta, nel giro di pochi anni, come una vera e propria rivoluzione globale, travalicando il solo ambito artistico per influenzare gli stili di vita di milioni di adolescenti. Ma da dove è partito questo genere? E quali sono stati i protagonisti che hanno contributo a farlo crescere, definendolo come la colonna sonora simbolo del nostro presente?
A racchiudere e a illustrare il “cammino” di questa forma d’arte – una delle più espressive della storia americana – è oggi la rassegna dal titolo Contact High: A Visual History of Hip-Hop, in corso fino al 18 maggio nei nuovi spazi dell’ICP – The International Center of Photography di Manhattan.
Già presentata allo Annenberg Space for Photography di Los Angeles, la mostra – curata dalla giornalista Vikki Tobak in collaborazione con l’artista Fab 5 Freddy – presenta circa 150 scatti realizzati da sessanta fotografi selezionati all’interno di quarant’anni di storia, definendo una scansione per immagini che ripercorre le tappe e i volti più rappresentativi del genere.
Dalle foto di Sophie Bramly con un giovane Keith Haring spalla a spalla con lo street artist Futura, alle immagini relative agli anni Novanta, snodo cruciale per gli sviluppi di questa (contro)cultura: i ritratti degli A Tribe Called Quest immortalati da Janette Beckman e dell’iconico Tupac raffigurato a torso nudo da Danny Clinch svettano su tutti, offrendo al pubblico una panoramica essenziale sui “numi” simbolo di questa corrente.
Passando per cimeli inediti come la giacca di Rakim e la corona in oro di Notorious B.I.G., il percorso espositivo giunge infine agli anni più recenti, dove l’hip hop abbandona definitivamente ogni parvenza underground per attestarsi come fenomeno di massa, grazie a idoli come Jay-Z, Kendrick Lamar e Kanye West, immortalati in pose da copertina patinata. È con loro che il “ghetto” incontra il glamour, la cultura street lascia spazio al fashion, consacrando il fenomeno in tutte le sue contraddizioni.
[Immagine in apertura: Contact High. Barron Claiborne, Biggie Smalls King of New York, Wall Street New York, 1997. Courtesy ICP New York, via Artribune]