Giuseppe Liuzzo, coordinatore didattico del Corso Triennale in Graphic Design dello IED di Milano, ha chiesto ai suoi studenti di realizzare una serie di cartoline durante il primo weekend di “reclusione” domestica. Ecco la loro risposta: una collezione di immagini ironiche e sentimentali in formato "postcard".
C’è chi è chiuso nel proprio studio a lavorare e chi sta usando questi giorni di “isolamento” domestico per leggere e coltivare tutte quelle passioni per cui normalmente non riusciamo a trovare spazio; ci sono artisti che hanno avviato progetti per coinvolgere la comunità (come nel caso di Matteo Pericoli e le sue Finestre sull’Italia) o chi, semplicemente, non riesce proprio a fare niente, stretto nella morsa dell’ansia, nell’attesa che torni il sereno.
E i giovani designer? Come stanno reagendo alla situazione, e come fare in modo che la loro creatività confluisca all’interno di progetti in grado di parlare al mondo, anche in un periodo così delicato? A chiederselo è stato Giuseppe Liuzzo, coordinatore didattico del Corso Triennale in Graphic Design dello IED di Milano, che ha lanciato ai suoi studenti la “sfida”: realizzare, durante il primo weekend di “reclusione”, una serie di cartoline che sintetizzassero i sentimenti contrastanti della quarantena, le cose non fatte a causa del necessario isolamento, i rapporti intrattenuti dentro e oltre le quattro mura.
Il risultato è Postcards from Quarantine, una collana di quaranta visioni personali in cui ognuno dei partecipanti è riuscito a condensare sensazioni, panorami, azioni casalinghe, e tutto quello che sta caratterizzando la vita dei giovani creativi in queste settimane di solitudine e limitazione delle nostre attività.
“Molti studenti sono bloccati in altri Paesi, lontani da Milano e da quella che era o stava diventando la loro vita quotidiana” dice Liuzzo. “Alcuni di loro sono ancora qui in città, lontani dalle famiglie. Le lezioni a distanza che lo IED ha attivato permettono a noi docenti di vederli, di parlare con loro, ma non lasciano tempo per domande frivole che di solito occupano i minuti iniziali e finali delle lezioni, o per i piccoli momenti di dialogo e scambio nei corridoi e nei cortili, che rappresentano una parte importante dell’esperienza formativa. Da qui la chiamata, ampiamente raccolta, a esprimere ciò che la distanza fisica per il momento esclude, attraverso le cartoline dalla quarantena”.
Realizzate attraverso il linguaggio conciso e immediato della comunicazione visiva – in grado di sintetizzare in pochissimi elementi un universo di sentimenti e storie anche complesse –, le immagini diventano una testimonianza reale ed eloquente dei desideri e delle paure dei ragazzi: ironia, romanticismo e senso di appartenenza traspaiono da ognuna di queste visioni, facendoci sentire, in fondo, parte di un mondo più che mai unito e dettato dalle stesse emozioni.
[Immagine in apertura: credit Ambre Carladous]