Lo studio Sunday Büro di Jesi ha chiesto a oltre cinquanta type designer, fumettisti, letterer e illustratori di interpretare, attraverso il loro stile, le lettere del nostro alfabeto. I poster realizzati sono in vendita con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alle regioni più colpite dal COVID-19.
In queste settimane di assoluta precarietà, le notizie si susseguono lasciandoci appesi alla speranza che tutto si sblocchi presto. Ma se da una parte l’emergenza sanitaria ci ha costretti a prender consapevolezza della nostra vulnerabilità, stravolgendo – per lo meno temporaneamente – i nostri stili di vita, dall’altra ha innescato un’insolita e ammirevole ondata di solidarietà, a cui il mondo dell’arte e della creatività non si è di certo sottratto.
Già nelle scorse settimane vi avevamo parlato dei lodevoli progetti di artisti come Valerio Berruti e Andrea Mastrovito, solo due tra i tantissimi nomi che hanno deciso di scendere in campo supportando le strutture ospedaliere più colpite nella lotta contro il virus. Alla lunga schiera di iniziative dettate dalla stessa missione si aggiunge oggi Lettera40, il progetto di beneficenza nato da un’idea dello studio creativo jesino Sunday Büro.
Formato da Valentina Casali, Marco Goran Romano, Arduino Serpilli e Pasquale “Brillantina” Moretti, il collettivo si è rivolto a illustratori, type designer, letterer, grafici e artisti con una richiesta ben precisa: interpretare, attraverso il proprio stile, le basi del nostro alfabeto, con l’obiettivo di creare una lunga sequenza variopinta di “segni” rivisitati ad arte. Il risultato è una serie fantasiosa di “lettere” – intese come unità minime del nostro sistema di scrittura, ma anche come messaggi da inviare a distanza per far sentire la propria vicinanza a chi in questi giorni si trova in difficoltà.
Ognuno dei lavori realizzati dagli oltre cinquanta partecipanti – tra gli altri Andrea Manzati, Stefano Marra, Pasquale Moretti e Basik – è in vendita sul sito del progetto fino al 25 aprile. Gli incassi delle vendite dei poster saranno devoluti alle regioni più colpite dal Coronavirus: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Marche.
“Abbiamo messo la nostra rete di contatti al servizio della causa, spinti dalla volontà di fare qualcosa per questa situazione senza rimanere con le mani in mano” dice Valentina Casali, ideatrice dell’iniziativa. “Avevamo già effettuato delle donazioni come privati, ma ci siamo detti che forse si poteva fare di più dando il proprio contributo in quanto professionisti e così è nato il sito con i primi prodotti nel giro di tre giorni”.
[Immagine in apertura: Courtesy Lettera40]