Il mondo della letteratura è stato travolto dalla notizia della morte di Luis Sepúlveda. Lo scrittore cileno, autore di romanzi e racconti conosciuti a tutte le latitudini, lottava da settimane contro il Coronavirus.
Sta facendo il giro del mondo la notizia della scomparsa di Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno stroncato, a settant’anni, dal Coronovirus. Ricoverato da settimane nell’ospedale di Oviedo, in Spagna, dopo aver contratto l’infezione, Sepúlveda è una delle innumerevoli vittime di un’emergenza dai contorni tragicamente globali.
Nato a Ovalle, in Cile, nel 1949, Sepúlveda si avvicinò alla letteratura fin dalla giovane età, mescolando l’amore per la narrazione all’urgenza di far sentire la propria voce sul fronte sociale. Arrestato e torturato dopo il colpo di Stato di Pinochet, nel 1973, fu poi costretto all’esilio. Trascorse così alcuni mesi in stretto contatto con le popolazioni degli indios Shuar nella foresta amazzonica e da quell’esperienza trasse spunto per il romanzo che gli regalò la fama internazionale, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
La sua esistenza fu caratterizzata da continui spostamenti e da una inesauribile attenzione alle dinamiche del presente: si schierò al fianco di Greenpeace e seppe tradurre in parole gli esiti di uno sguardo lucidamente puntato sul mondo ‒ basti pensare a Cronache dal Cono Sud e a Patagonia Express ‒ alternato a una vena favolistica che si ritrova nella celeberrima Storia di una gabbianella e del gatto le insegnò a volare e nel recente Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa.