L'emergenza Coronavirus sta modificando tutti i palinsesti culturali nazionali: Parma continuerà a detenere il titolo di Capitale italiana della Cultura anche nel 2021. Brescia e Bergamo si candidano insieme come Capitali italiane della Cultura 2023.
Sono drammatici i riflessi della pandemia sul settore culturale: alla chiusura obbligatoria di musei, teatri, cinema, parchi e aree archeologiche, ville e giardini storici e mostre temporanee si accompagnano infatti la sospensione o l’annullamento di decine di iniziative sull’intero territorio nazionale. Un destino che, inevitabilmente, si abbatte anche sul grande progetto Parma Capitale italiana della Cultura 2020, che avrebbe dovuto rappresentare per la città d’arte in Emilia Romagna una straordinaria opportunità anche in termini attrattivi. Inaugurato ufficialmente lo scorso mese di gennaio, il ricchissimo programma di eventi, mostre, concerti, performance e opere teatrali ispirato al tema guida “La cultura batte il tempo” ha però subito i contraccolpi dell’emergenza sanitaria in atto.
Alla luce della situazione, il Decreto Rilancio ha disposto in una norma che “il titolo di capitale italiana della Cultura conferito alla città di Parma per l’anno 2020 è riferito anche all’anno 2021. La procedura di selezione relativa al conferimento del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2021, in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, si intende riferita all’anno 2022”. Così facendo è stata accolta la richiesta avanzata dalla Città di Parma, insieme a Piacenza e Reggio e alla Regione Emilia Romagna, che era sostenuta anche dalle città candidate per il 2021. Tale prolungamento consentirà a Parma di riorganizzarsi e di progettare una nuova partenza.
Indirizzano il proprio sguardo verso il 2023 Brescia e Bergamo, che nei giorni scorsi hanno comunicato la volontà di candidarsi in forma congiunta come Capitali italiane della Cultura 2023. Una decisione maturata alla luce della comune sofferenza vissuta dalle due città e dalle rispettive comunità proprio per effetto della pandemia: entrambe, come noto, stanno pagando un altissimo tributo in termini di perdite di vite umane. Insieme, quindi, hanno deciso di siglare un’alleanza strategica, in nome del rilancio culturale.
Una proposta il cui valore non è soltanto simbolico, poiché Brescia e Bergamo sono ugualmente animate dalla “volontà unica di risollevarsi dal dolore e progettare un domani sereno“. In attesa di conoscere quali altre città concorreranno al titolo per lo stesso anno e i rispettivi palinsesti culturali, si può registrare il crescente successo verso il progetto “Capitale Italiana della Cultura”, che dalla nascita, avvenuta nel 2016 come “declinazione nazionale” dell’omologo formato europeo istituito nel 1985, ha conosciuto una costante evoluzione e sempre maggior interesse da parte delle amministrazioni locali.
[Immagine in apertura: Duomo di Parma © Edoardo Fornaciari – Parma 2020]