Giovan Battista Piranesi e Gabriele Basilico “in dialogo” fra le calli di Venezia

11 Maggio 2020

courtesy Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Mentre musei e luoghi di cultura attendono con impazienza lo sblocco delle disposizioni ministeriali, e dunque la conseguente riapertura dei progetti espositivi, la Fondazione Cini di Venezia “scende in strada”, cercando un punto di incontro con gli appassionati d’arte proprio tra i vicoli della città lagunare. Succede con Palazzo Cini per le calli di Venezia, il progetto speciale ideato da Luca Massimo Barbero, pronto al debutto domani – 12 maggio.

A partire da questa data, le mura del capoluogo veneto ospiteranno infatti una serie di affissioni pubbliche, frutto del dialogo tra l’opera incisoria di Giovan Battista Piranesi e la fotografia contemporanea di Gabriele Basilico. Al centro delle immagini esposte, una serie di maestose visioni della Capitale, vista e reinterpretata ora attraverso le stampe settecentesche del primo, ora attraverso il linguaggio documentaristico del secondo. Una panoramica di luoghi storici e scorci romani d’impeccabile bellezza, offerta agli occhi dei passanti per un intero mese.

TRA INCISIONE E FOTOGRAFIA

In un momento storico in cui i luoghi dell’arte sono fisicamente ancora inaccessibili”, afferma il curatore Luca Massimo Barbero, “le incisioni di Piranesi e le foto di un maestro contemporaneo come Basilico si danno allo sguardo di chi cammina e si ferma per un attimo. L’arte, anche in questo caso, è un viaggiare senza spostarsi, e travalica le barriere dei musei per incontrare e ispirare le persone anche in questo momento. E i muri labirintici della città diventano un atlante per questo possibile viaggio”.

Ispirato alle celebrazioni per i trecento anni dalla nascita di Piranesi, il progetto sarà presto ripetuto ed esteso nella mostra Piranesi Roma Basilico, prossima all’apertura a Palazzo Cini a San Vio. Realizzata in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico, la rassegna mostrerà venticinque stampe originali dell’incisore e architetto veneziano, e ventisei vedute di Roma – molte delle quali mai esposte prima – del fotografo milanese. Un vis-à-vis che trascende dunque i limiti del tempo e delle tecniche utilizzate, per diventare scambio prolifico tra due grandi nomi della nostra cultura.

[Immagine in apertura: courtesy Fondazione Giorgio Cini]