Tornano alla luce 74 fogli preparatori scritti da Gabriele D'Annunzio durante la lavorazione del suo primo e più celebre romanzo: “Il Piacere”. Le carte presentano appunti frenetici, schizzi e cancellazioni: un “dietro le quinte” straordinario per conoscere la genesi di uno dei libri simbolo del Decadentismo italiano.
Solo qualche giorno fa vi avevamo parlato dei bozzetti disegnati da Umberto Eco durante la lavorazione de Il nome della rosa: una serie di schizzi e illustrazioni utilizzati dall’autore per immaginare scene e personaggi del celebre romanzo. A puntare nuovamente i riflettori sulla “magia” della scrittura, e sulle forze impetuose che regolano la gestazione di un’opera di letteratura, è oggi una nuova scoperta.
Stiamo parlando delle 74 pagine autografe scritte da Gabriele D’Annunzio durante la stesura de Il Piacere, e casualmente rinvenute nel fondo appartenente agli eredi dell’artista Francesco Paolo Michetti, amico del “Vate” abruzzese.
Ritrovate recentemente da un collezionista privato, le singole pagine contengono appunti, elenchi di parole e annotazioni fissate su carta dallo scrittore durante la lavorazione del celebre romanzo, ma che mai vennero inclusi nella versione definitiva del libro, pubblicato nel 1889. A dare l’annuncio del rinvenimento è stato Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, la casa-museo del poeta situata sul lago di Garda – che durante il prossimo fine settimana tornerà completamente accessibile dopo la lunga chiusura causata dal lockdown.
Ricche di cancellature, e frutto di una scrittura frenetica e tempestosa, le carte (perfettamente conservate) rivelano tutta la magia e la forze espressiva dell’atto creativo. Un “dietro le quinte” straordinario che verrà approfondito da Daniela Garofalo e da Niva Lorenzini in due saggi che saranno pubblicati nel prossimo numero della rivista L’officina del Vittoriale.
[Immagine in apertura: stanza della Leda, Vittoriale degli italiani, photo Marco Beck Peccoz]