Un team di scienziati sta valutando le possibili misure da impiegare per salvare “L'Urlo” di Munch. Dipinto nel 1910, il capolavoro sta infatti perdendo la sua intensità a causa del deterioramento dei pigmenti utilizzati. Tenerlo a distanza dal pubblico sarebbe l'unica soluzione per rallentare la definitiva perdita del colore originale.
Il segnale di allarme era arrivato qualche mese fa: L’Urlo di Edvard Munch – o meglio, la più nota delle quattro versioni, realizzata dal pittore norvegese nel 1910 – sta lentamente sbiadendo, perdendo l’intensità dei colori e la luminosità originali. A testimoniarlo era stata una ricerca condotta dal team del Munch Museum di Oslo che, attraverso l’osservazione ai raggi X, aveva confermato la formazione di nanocristalli sulla tela, causata dall’utilizzo di materiali e pigmenti di origine naturale soggetti allo scorrere del tempo. Un deterioramento che si fa sempre più visibile a partire dal tramonto sullo sfondo, dove il colore giallo cadmio originariamente scelto si sta lentamente convertendo in bianco, così come in altre zone della tela.
All’annuncio dei risultati di questa ricerca la domanda era stata solo una: come arrestare l’alterazione dell’opera, evitando la sua estinzione? Dopo aver ipotizzato (e smentito) un possibile coinvolgimento della luce, e dunque la necessità di ricalibrare l’esposizione del quadro a fonti di illuminazione esterna, una squadra di scienziati provenienti da Italia, Belgio, Stati Uniti e Brasile è giunta ora a una nuova conclusione: il dipinto di Munch deve essere isolato, o quasi.
Stando a quanto comunicato dai ricercatori, i materiali utilizzati dal pittore durante la lavorazione potrebbero infatti sbiadire e sfaldarsi anche in condizioni di umidità relativamente bassa. In altre parole, anche il respiro dei visitatori del museo potrebbe incidere sulla tenuta dei pigmenti, contribuendo al logoramento del capolavoro.
Resta ora da capire quali saranno le misure che adotterà il museo di Oslo (prossimo al trasferimento nel suo nuovo edificio). La decisione più probabile è quello di isolare il dipinto, aumentando la sua distanza dal pubblico e impedendo ai visitatori di avvicinarsi troppo alla delicata superficie. Una soluzione preventiva che, pur non ponendo rimedio definitivo alla perdita di colore del quadro, sicuramente dovrebbe rallentarne l’inevitabile deterioramento.
[Immagine in apertura: A gallery technician at Sotheby’s auction house views ‘The Scream’ by Edvard Munch on April 12, 2012 in London, England. Photo by Oli Scarff/Getty Images]