Nonostante i tempi incerti nei quali siamo immersi, gli organizzatori della Biennale Gherdëina, capitanati dal curatore Adam Budak, non si sono persi d'animo. E stanno per alzare il sipario sulla settima edizione della rassegna che porta l'arte contemporanea in Val Gardena.
L’arte può essere di sostegno e conforto, soprattutto nelle epoche più buie. Ne sono convinti anche gli organizzatori di Biennale Gherdëina, la rassegna che ogni due anni ravviva il dialogo fra la creatività contemporanea e l’eccezionale cornice della Val Gardena.
Inizialmente previsto per il 26 giugno, l’avvio dell settima edizione della Biennale Gherdëina curata da Adam Budak è slittato all’8 agosto in risposta all’emergenza sanitaria, e promette di accogliere il pubblico fino al 20 ottobre. A fare da sfondo alla kermesse sarà lo spazio pubblico di Ortisei e dei paesi limitrofi, senza dimenticare la sala Luis Trenker nel centro di Ortisei, che ospiteranno pure una serie di eventi collaterali fruibili anche in streaming.
Il tema della Biennale, da sempre incentrata sul binomio arte-natura, sarà la dimensione socio-politica del fare e del creare, con un occhio di riguardo verso le dinamiche del mondo naturale e verso l’idea di comunità, fondamentale in un periodo storico turbolento e incerto come quello odierno.
Ecologia, relazionalità e differenziazione saranno i tre “capitoli” del worldmaking indagati dalla rassegna attraverso le opere di artisti del calibro di Brave New Alps, Aron Demetz, Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, Paolo Icaro, Sharon Lockhart, Marcello Maloberti e Maria Papadimitriou, invitati a prendere parte a una iniziativa che fa della responsabilità e dell’umiltà le sue colonne portanti.
[Immagine in apertura: Claudia Comte, WOOOW , 2018. 20 spruce trunks, each trunk, 600 x 40 cm. Permanent installation. Courtesy of the artist and König gallery, Berlin/London. Photo Gunnar Meier]
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