L'”isola” galleggiante per godersi il mare anche in epoca di pandemia

3 Giugno 2020


Dall’avvio della cosiddetta “Fase 2” moltissimi architetti e designer hanno deciso di indirizzare le loro energie all’elaborazione di nuove formule per vivere lo spazio pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria. In che modo potremo riempire nuovamente le nostre piazze e le nostre spiagge quando la stagione estiva avrà inizio? Quali soluzioni dovremo adottare per vivere con serenità l’ambiente urbano?

Al parco giochi antivirus elaborato da Martin Binder e Claudio Rimmele, alla “scacchiera” disegnata sulla pavimentazione nel centro di Vicchio e alla coperta da picnic Here Comes the Sun si aggiunge oggi un nuovo interessantissimo progetto: una “provocAzione” – come la definiscono le stesse creatrici – che risponde alla drammatica situazione del distanziamento sociale con ottimismo e con un pizzico di ironia.

ISOLE ARTIFICIALI

Si tratta di ISOLA.TI, un insieme di strutture mobili per vivere lo spazio marittimo in solitudine e in perfetta sintonia con la natura. Ideato dalle giovani architette toscane Ludovica Aringhieri, Bianca Cartacci, Carlotta Di Sandro e Federica Frino, il progetto – al momento in fase di definizione – consiste nella creazione di una serie di piccole “isole” galleggianti dalle dimensioni di 3 x 3 metri l’una. Ognuna delle piattaforme (pensate in compensato marino e rivestite da listelli di legno o PVC) è sostenuta da cubi galleggianti in plastica riciclata, che ne consentono il mantenimento sulla superficie dell’acqua.

Arredabili in base ai gusti (sono state studiate tre diverse tipologie di struttura, a seconda delle diverse esigenze tecniche ed estetiche), le piattaforme consentono di vivere le nostre spiagge nel pieno rispetto delle distanze, offrendo un’alternativa all’ombrellone – e aggirando di conseguenza i rischi di contatto con gli altri bagnanti. Ma, soprattutto, ognuna delle strutture prevede il completo reimpiego dei materiali usati: finita la situazione di emergenza, infatti, le “isole” potranno essere riutilizzate, continuando a svolgere la loro funzione di piccola “dimora” marina anche in futuro. Un modo lungimirante di vivere il design, insomma, in risposta alla crisi corrente ma anche alle sfide che ci riserverà il domani.

[Immagine in apertura: Vista dalla spiaggia verso il mare di piattaforma modulare completa di struttura ombreggiante. Crediti: ISOLA.TI project Ludovica Aringhieri, Bianca Cartacci, Carlotta Di Sandro, Federica Frino, 2020]