Accessi contigentati, meno spazio a disposizione e, di conseguenza, meno opere da mostrare. Nonostante i limiti imposti dalla situazione sanitaria, il Museo del Prado di Madrid non si arrende, e riapre al pubblico facendo di necessità virtù. A partire da “Reunited”: una esposizione che mostra – in maniera inedita – una selezione dei capolavori della collezione.
E alla fine anche per la Spagna è arrivato il giorno della riapertura di musei e spazi espositivi, pronti a voltare pagina e iniziare una nuova fase di “rinascita” dopo il dramma della pandemia. Così come già in Italia lo scorso 18 maggio, alcune tra le istituzioni più note della penisola iberica hanno riacceso i riflettori sulle loro collezioni, non senza qualche accorgimento logistico ed espositivo – in seguito ai vincoli imposti dalla situazione sanitaria.
A guidare la lista dei centri d’arte finalmente riaperti al pubblico spagnolo è il “gioiello” forse più rappresentativo dell’intero sistema culturale del Paese: vale a dire il Museo del Prado di Madrid, sede di capolavori tra i più rinomati della storia dell’arte.
Nuovamente accessibile dallo scorso 6 giugno, il museo ha inaugurato la nuova stagione con Reunited, una spettacolare esposizione che fa tesoro delle norme di distanziamento sociale obbligatorie, offrendo al pubblico un inedito allestimento della sua prestigiosa collezione. Nonostante la massiccia riduzione delle opere esposte (“solo” 250 rispetto alle consuete 1400), tele e sculture sono state riproposte in maniera inedita, abbandonando le loro location iniziali per ritrovarsi negli spazi della galleria centrale, cuore dell’intero palazzo.
Per consentire una maggiore fluidità narrativa, e per offrire ai visitatori una esperienza di fruizione più snella e accattivante, le opere sono state inoltre accostate secondo analogie e corrispondenze formali, tecniche e concettuali: è così che il Crono di Rubens è stato affiancato a quello di Goya, l’Annunciazione di Fra Angelico dialoga per la prima volta con la Deposizione dalla croce di Rogier van der Weyden, mentre Las Meninas di Velázquez spunta da un coro di opere che pendono dal soffitto.
Insomma, una trovata espositiva che fa di necessità virtù, dimostrando l’abilità, da parte del museo, nell’adeguarsi alle norme igieniche vigenti senza tuttavia rinunciare a offrire al pubblico uno spettacolo artistico unico nel suo genere. La mostra sarà visitabile fino al 13 settembre, e chissà che la stessa modalità espositiva non possa essere ripetuta in futuro, almeno fino a quando lo spettro della pandemia non si sarà definitivamente dissolto.
[Immagine in apertura: Museo Nacional del Prado, Room 12. Photo © Museo Nacional del Prado]