Come se la stanno cavando i musei costretti alla chiusura per effetto della pandemia? Il Museo del Prado ha diffuso i dati della campagna digitale #PradowithYou, attivata in queste settimane sul proprio sito e sui suoi canali social. E i risultati sono sorprendenti.
Qual è il riflesso della pandemia da COVID-19 su musei, spazi culturali e gallerie d’arte? Monitorando in queste settimane le proposte delle principali istituzioni italiane e internazionali, così come le iniziative “spontanee”, promosse da artisti, musicisti e intellettuali, è stato possibile assistere all’ascesa della dimensione digitale. L’offerta artistica online, veicolata attraverso siti internet, social network e nuove piattaforme, ha subito una crescita senza precedenti, alla quale ‒ numeri alla mano ‒ gli utenti di tutto il mondo sembrano aver risposto positivamente.
A fornire dati concreti, che inducono a riflettere sulle potenzialità di questi strumenti anche nella fase post-pandemia, è stato il Museo Nacional del Prado. Nei giorni scorsi, l’istituzione spagnola ha diffuso i risultati relativi alle prime settimane della campagna #PradowithYou o #Pradocontigo. Ebbene, non mancano le sorprese: il numero di visitatori del sito web ufficiale è aumentato del 258%. A marzo 2020, rispetto al mese di febbraio, è stata rilevata una crescita del 125% nell’ambito dei social media. Spagna, Messico, Russia, Argentina e Italia sono i Paesi che hanno fatto registrare il maggior numero di accessi: addirittura dal Belpaese l’incremento è stato del 481%. Boom anche per le Prado stories via Instagram: 1.581.500 le views, con un incremento del 3710% rispetto al mese di febbraio 2020.
Nonostante la forzata permanenza in casa, gli appassionati di arte stanno dunque continuando ad alimentare i propri interessi, verosimilmente confidando in un rapido ‒ e sicuro ‒ ritorno in musei, luoghi deputati a mostre ed eventi, case d’artista, siti archeologici e giardini storici. Mentre i confini si riducono alla dimensione domestica, alcuni musei sembrano in grado di “abbatterli”, diventano accessibili e aperti come mai prima. Ma in quale modo?
Osservando ancora il “caso Prado”, agli utenti viene offerta la possibilità di “ammirare” la collezione in un sito disponibile in nove lingue diverse: anche la barriera linguistica sembrerebbe quindi crollare. Inoltre, è stata pubblicata la serie di documentari Voces del Prado, che riunisce le interviste video dei dipendenti e dei collaboratori del museo dagli anni Quaranta ai giorni nostri. E, ancora, resta accessibile online anche uno dei progetti speciali promossi nei mesi scorsi, in occasione del bicentenario del Prado. Si tratta di Memoria audiovisual, che ricostruisce la storia del museo attraverso oltre 400 documenti audiovisivi digitalizzati riuniti per preservarne e diffonderne la memoria.
[Immagine in apertura: Museo del Prado, Velázquez Entrance © Museo Nacional del Prado]