Scoperto a Stonehenge un vasto sito neolitico

23 Giugno 2020

Stonehenge, foto di Ralf Kronenberger da Pixabay

Il solstizio d’estate è uno degli appuntamenti di maggiore richiamo per gli appassionati di Stonehenge e dei suoi misteri. Quest’anno, però, a causa della pandemia, i visitatori che tradizionalmente raggiungevano l’affascinante e misterioso sito si sono dovuti accontentare di assistere al sorgere del Sole trasmesso in diretta streaming. Un “sacrificio” in un certo senso compensato dalla recente notizia di un’eccezionale scoperta archeologica, rapidamente rimbalzata dai media britannici alle testate di tutto il mondo. Il team di ricerca composto da ricercatori, studiosi e e accademici delle università di St Andrews, Birmingham, Warwick, Bradford, Glasgow e della University of Wales Trinity Saint David ha infatti individuato quello che potrebbe essere uno dei più grandi siti preistorici del Regno Unito.

Scoperto nei pressi di Durrington Walls, tra i luoghi storici inclusi nel circuito UNESCO di Stonehenge, da cui dista circa 3 chilometri, è composto da un anello di “fosse” che occupano un’area di circa 2 chilometri. Al momento i ricercatori sono riusciti a identificarne venti, dal diametro di 10 metri e profonde 5 metri; secondo le loro stime il numero complessivo potrebbe tuttavia superare quota trenta. Risalirebbero a oltre 4000 anni fa, secondo quanto emerge dall’esame al carbonio.

UN NUOVO CAPITOLO DELLA STORIA DI STONEHENGE?

In una dichiarazione inclusa nella nota stampa diffusa dalla University of Wales Trinity Saint David, Nick Snashall, archeologo del National Trust per il sito Patrimonio Mondiale di Stonehenge e Avebury, sottolinea che “questa sorprendente scoperta ci offre nuove intuizioni sulle vite e le credenze dei nostri antenati neolitici“. Secondo gli specialisti, infatti, saremmo di fronte a un sito direttamente collegato al luogo sacro, che avrebbe potuto far parte di un circuito di grandi pozzi situato intorno a Durrington Walls. Si tratterebbe, inoltre, di una prova della abilità raggiunte dalle prime comunità locali, che dunque sarebbero state in grado di realizzare anche strutture complesse e su vasta scala.

Dettagliate informazioni in merito alla scoperta, ribattezzata Durrington Shafts, sono accessibili in una pubblicazione scientifica già disponibile in rete. Vengono illustrati i vari passaggi della scoperta, resa possibile grazie all’impiego di tecniche di telerilevamento e a varie indagini geofisiche, che hanno fornito prove di datazione e ambientali.

[Immagine in apertura: Stonehenge, foto di Ralf Kronenberger da Pixabay]