Tutti i volti di Pier Paolo Pasolini in mostra a Roma

23 Giugno 2020

Foto Carlo Bellincampi

Quanti volti può avere una figura come Pier Paolo Pasolini? Quante pose e quante prospettive consentono di osservare l’anima di questo personaggio così “scomodo” eppure cruciale per la nostra cultura? L’universo inquieto e multiforme del grande letterato è in questi giorni al centro di una nuova interessante monografica, inaugurata negli spazi della Rhinoceros Gallery di Roma e curata dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.

Aperta fino al 20 settembre, Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece – questo il titolo della rassegna, ispirato a uno dei celebri versi del poeta – propone un emozionante percorso visuale ed esperienziale negli ultimi giorni di vita dell’intellettuale, attraverso un ricco corpus fotografico realizzato dall’amico e artista Dino Pedriali nei giorni precedenti alla scomparsa dello scrittore. Brutalmente assassinato il 2 novembre del 1975, Pasolini compare nelle 110 immagini esposte, inedite testimonianze della sua vita privata e professionale.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Al centro delle foto, gli ambienti domestici della casa di Sabaudia e di quella di Chia, vicino Viterbo. All’interno delle due dimore, Pasolini compare immerso nella scrittura, ricurvo sulle sue creazioni o accanto al manoscritto di Lettere luterane – la raccolta di articoli pubblicati sulle colonne del quotidiano Il Corriere della Sera e del settimanale Il Mondo. Agli scatti relativi alla sfera professionale, in cui lo spessore intellettuale e la scrittura vibrante tornano tangibili al visitatore, si affiancano inoltre quindici immagini mai esposte prima: frammenti privati che ritraggono l’autore senza abiti.

I centodieci scatti di Dino Pedriali a Pier Paolo Pasolini nei giorni precedenti il suo omicidio, sono tra le cose più importanti della mia collezione” sottolinea Alda Fendi, a capo della fondazione promotrice dell’iniziativa. “Un nome forse troppo dimenticato, quello di Pasolini, oggi, in atmosfere plumbee e asettiche di un’Italia che si arrende e partecipa a un disamore epidemico e irrisolto”.

A impreziosire la lunga sequenza di scatti, anche una serie di proiezioni, gigantografie e riproduzioni di articoli – tra i quali il celebre testo del 1975 Il vuoto del potere –, ma soprattutto una toccante “staffetta” di voci che risuonano nell’aria: sono le interviste a Carmelo Bene, Franco Citti, Ninetto Davoli e molti autori del passato, amici e compagni di pensiero chiamati a esprimere un pensiero sul grande intellettuale.

RICORDANDO PASOLINI TRA FOTO E MEMORIE

[Immagine in apertura: Foto Carlo Bellincampi]