Dieci, cento, mille Pasolini. Il grande letterato è al centro di una nuova rassegna, allestita negli spazi della Rhinoceros Gallery e curata dalla Fondazione Alda Fendi Esperimenti di Roma. In mostra oltre cento ritratti dello scrittore, immortalato da Dino Pedriali nei giorni precedenti alla sua scomparsa.
Quanti volti può avere una figura come Pier Paolo Pasolini? Quante pose e quante prospettive consentono di osservare l’anima di questo personaggio così “scomodo” eppure cruciale per la nostra cultura? L’universo inquieto e multiforme del grande letterato è in questi giorni al centro di una nuova interessante monografica, inaugurata negli spazi della Rhinoceros Gallery di Roma e curata dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.
Aperta fino al 20 settembre, Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece – questo il titolo della rassegna, ispirato a uno dei celebri versi del poeta – propone un emozionante percorso visuale ed esperienziale negli ultimi giorni di vita dell’intellettuale, attraverso un ricco corpus fotografico realizzato dall’amico e artista Dino Pedriali nei giorni precedenti alla scomparsa dello scrittore. Brutalmente assassinato il 2 novembre del 1975, Pasolini compare nelle 110 immagini esposte, inedite testimonianze della sua vita privata e professionale.
Al centro delle foto, gli ambienti domestici della casa di Sabaudia e di quella di Chia, vicino Viterbo. All’interno delle due dimore, Pasolini compare immerso nella scrittura, ricurvo sulle sue creazioni o accanto al manoscritto di Lettere luterane – la raccolta di articoli pubblicati sulle colonne del quotidiano Il Corriere della Sera e del settimanale Il Mondo. Agli scatti relativi alla sfera professionale, in cui lo spessore intellettuale e la scrittura vibrante tornano tangibili al visitatore, si affiancano inoltre quindici immagini mai esposte prima: frammenti privati che ritraggono l’autore senza abiti.
“I centodieci scatti di Dino Pedriali a Pier Paolo Pasolini nei giorni precedenti il suo omicidio, sono tra le cose più importanti della mia collezione” sottolinea Alda Fendi, a capo della fondazione promotrice dell’iniziativa. “Un nome forse troppo dimenticato, quello di Pasolini, oggi, in atmosfere plumbee e asettiche di un’Italia che si arrende e partecipa a un disamore epidemico e irrisolto”.
A impreziosire la lunga sequenza di scatti, anche una serie di proiezioni, gigantografie e riproduzioni di articoli – tra i quali il celebre testo del 1975 Il vuoto del potere –, ma soprattutto una toccante “staffetta” di voci che risuonano nell’aria: sono le interviste a Carmelo Bene, Franco Citti, Ninetto Davoli e molti autori del passato, amici e compagni di pensiero chiamati a esprimere un pensiero sul grande intellettuale.
[Immagine in apertura: Foto Carlo Bellincampi]