La Scuola Grande di San Rocco, “tempio” di Tintoretto a Venezia, ha da poco riaperto le sue porte al pubblico. Un evento importante che segna la fase conclusiva della pandemia, e che dimostra la devozione della città per il santo protettore degli appestati.
Per i veneziani, e per gli amanti del capoluogo lagunare, la Scuola Grande di San Rocco rappresenta molto più di un “semplice” luogo di culto. Tra le mura dell’antico edificio – issate in tempo di peste nel 1478 – arte, cultura e sacralità diventano tutt’uno, trasformando lo spazio religioso in un vero e proprio tempio dello spirito storico e intellettuale della città.
Non è un caso che proprio Tintoretto, genio ribelle dell’arte rinascimentale – scelse la chiesa come “testamento” per eccellenza della sua intera carriera, destinando alle sue pareti più di sessanta opere realizzate nel corso di vent’anni di attività. L’idea stessa di poter esporre i suoi dipinti tra le sale dell’istituzione religiosa divenne per il pittore – figlio di un tintore di tessuti – una vera e propria ossessione, iniziata agli albori della propria carriera e quietata solo nel 1549, con la prima commissione del capolavoro San Rocco risana gli appestati.
Ecco dunque che la riapertura della Scuola (avvenuta ufficialmente il 7 giugno) sembra memorabile per almeno due ragioni. La prima di ordine culturale – rendendo nuovamente visibile al pubblico, dopo la chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, un corpo di tele e affreschi d’importanza capitale, gran parte dei quali realizzati proprio dal vulcanico pittore; la seconda di valore squisitamente simbolico, segnando la fine della “pestilenza”, proprio com’era già successo nei secoli addietro.
Da più di cinquecento anni, infatti, la peste, San Rocco e la Scuola a lui intitolata sono strettamente legati da una relazione arcaica, eppure straordinariamente attuale. Creata a fine Quattrocento proprio in omaggio al protettore degli appestati (che qui trovarono cura e rifugio), la chiesa conserva la storica devozione dei veneziani per il taumaturgo francese: un santo a cui il popolo della città si è rivolta anche in questa occasione, implorandone il soccorso durante i mesi di pandemia.
Inaugurata con una messa celebrata in onore del patrono (dove le spoglie sono custodite dal 1490), la riapertura della Scuola segna dunque simbolicamente la fine del calvario legato alla malattia, e la susseguente “rinascita” di Venezia, pronta a tornare finalmente alla normalità. La chiesa sarà visitabile ogni giorno dalle 10:30 alle 17:30 (con chiusura il mercoledì) nel rispetto delle norme di sicurezza e di contingentamento. Insomma, un altro luogo simbolo della nostra cultura si aggiunge alla lista dei palazzi e dei musei riaperti al pubblico: un elenco che si fa sempre più lungo, allontanandoci ogni giorno di più dagli spettri della crisi sanitaria.
[Immagine in apertura: Jacopo Tintoretto, Crocifissione © Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco]