Trasformare in immagini coloratissime e dinamiche i suoni emessi dagli uccelli dell'Amazzonia. È questo l'obiettivo del nuovo progetto di Andy Thomas: un esempio eccellente di dialogo fra arte, natura e tecnologia.
Che forma ha il canto di un uccello? Se si potesse esprimere in immagini il suono emesso da un volatile, quale sarebbe il risultato? Sono queste le domande dietro il nuovo progetto dell’artista australiano Andy Thomas, da anni impegnato nell’esplorazione delle intersezioni tra natura e tecnologia.
Stiamo parlando di Visual Sounds of the Amazon 2, secondo capitolo di un processo di digitalizzazione del reale avviato nel 2016 e rivolto alla creazione di opere visuali basate sulla codificazione dei suoni della grande foresta sudamericana. “Vedo i computer come un’iper-estensione dell’evoluzione umana”, dice l’artista. “Gli umani stanno cambiando la biodiversità del mondo naturale, sostituendola gradualmente con versioni digitalizzate, come echi del passato. Sono affascinato dall’idea di generare arte digitale che rimanda alla bellezza e alla complessità del creato”.
Nello specifico, Thomas ha rivolto la sua attenzione ai cinguettii e ai richiami di moltissime specie di volatili, trasformandoli in una serie di sculture digitali animate (nell’immagine in apertura: courtesy l’artista). Il risultato è un’affascinante sequenza di suoni penetranti e acuti, convertiti in strutture visuali plastiche in grado di muoversi seguendo le curve e gli impulsi delle melodie. È così che i canti d’amore o i segnali di allerta delle creature diventano “danze” colorate: immagini vibranti che esprimono in maniera sorprendente la bellezza e la complessità della natura.
“La serie è dedicata al popolo brasiliano e all’ecosistema di una delle foreste più belle del mondo”, precisa l’autore. “L’Amazzonia è conosciuta come il ‘polmone verde’ del pianeta, ed è costantemente minacciata dalla deforestazione. Come artista ritengo che il mio ruolo sia quello di ribadire la bellezza della natura con un approccio non convenzionale. Le opere d’arte generate al computer possono ancora avere una connessione con il mondo naturale, e spero che questo sia un esempio di ciò”.