Dedicata a Ennio Morricone, la 74esima edizione dei Nastri d'Argento si è distinta non solo per l'alta qualità dei lungometraggi vincitori, ma anche per la ricercatezza e lo spessore degli oltre settanta documentari in concorso. Ecco i riconoscimenti più importanti per ognuna delle categorie.
È stata un’edizione di certo atipica quella dei Nastri d’Argento di quest’anno. Un’edizione che, nonostante le limitazioni dovute alla situazione pandemica in corso, non ha mancato di regalare qualità e ribadire la passione da parte di tutti gli operatori del settore cinematografico. L’obiettivo, a ben vedere, era proprio quello di dimostrare la forza e l’organicità del sistema filmico italiano, confermando l’alto livello delle nostre produzioni nella speranza di tornare a brillare presto (prestissimo!).
Dopo avervi presentato i vincitori della sezione dedicata ai lungometraggi, conquistata dai fratelli D’Innocenzo con il film Favolacce, ci soffermiamo oggi sui titoli che hanno ottenuto il massimo riconoscimento nelle varie categorie destinate ai documentari.
Ad attestarsi al primo posto nella sezione Cinema del reale, imponendosi su una cinquina di grande spessore, è stato il documentario Selfie di Agostino Ferrente – pellicola dedicata ai due sedicenni Alessandro e Pietro e alle loro ambizioni nel Rione Traiano di Napoli. Il Nastro d’Argento per la categoria Cinema, spettacolo e cultura è stato invece assegnato a Life as a B-Movie: Piero Vivarelli di Fabrizio Laurenti e Niccolò Vivarelli. In onda su Sky Arte a settembre, e già presentato alla 76. Mostra del Cinema di Venezia, il film ripercorre le imprese cinematografiche e la figura di Piero Vivarelli, ribelle e avanguardista del cinema nazionale.
Vincono inoltre ex aequo la sezione Docufiction La prima donna di Tony Saccucci e Cercando Valentina di Giancarlo Soldi, con un premio speciale per Figli del destino di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli.
Applausi e onori, infine, anche per Toni Servillo, tra i protagonisti di questa edizione. L’attore napoletano, che ha ottenuto il Nastro alla Carriera, è infatti anche la voce narrante di Ermitage ‒ Il potere dell’arte, premiato come Miglior documentario d’Arte. Diretta da Michele Mally su soggetto di Didi Gnocchi, la pellicola (prodotta da 3D Produzioni e Nexo Digital, e realizzata in collaborazione con Villaggio Globale International e Sky Arte) getta nuova luce sulla prestigiosa istituzione russa, accompagnando gli spettatori nelle preziose collezioni del museo di San Pietroburgo.
[Immagine in apertura: Photo by Denise Jans on Unsplash]