Street art e archeologia al Teatro Romano di Ascoli Piceno

21 Luglio 2020

Una fotografia dell'intervento di Andrea Tarli al Teatro Romano di Ascoli Piceno

È possibile far convivere nello stesso spazio una disciplina votata allo studio del classico come l’archeologia e una forma di espressione “contemporanea” per definizione come la street art? La risposta è tutta nel nuovo intervento di Andrea Tarli: un’opera in grande formato, pensata per gli spazi dello storico Teatro Romano di Ascoli Piceno.

Noto per le sue ambientazioni dal taglio grottesco e surreale, l’artista è stato recentemente coinvolto nella realizzazione di una serie di tele extralarge da allestire attorno alle nuove tribune temporanee della struttura. L’emergenza sanitaria in corso, e le conseguenti norme di distanziamento, hanno infatti reso necessario l’aumento del numero delle sedute presenti sul sito, luogo privilegiato della programmazione culturale estiva ascolana. Da qui la volontà di donare alle postazioni un aspetto coerente con il paesaggio circostante, in grado di integrarsi con l’estetica e la storia del teatro – risalente al I secolo d.C.

UN INTERVENTO SITE SPECIFIC

Ideato in collaborazione con lo Studio Grafico Insieme, il progetto consiste nella riproduzione di una serie di volti di muse dipinti tra colonne romane, capitelli e reperti archeologici antichi. Uno scenario decisamente in linea con la storia del posto, e che ha trasformato le nuove tribune in vere e proprie scenografie capaci di avvolgere gli spettatori in un’esperienza fortemente suggestiva.

Ho pensato di utilizzare un’ambientazione che ricordasse gli scavi archeologici, inserendo statue di muse e maschere greco-romane che riconducessero direttamente al teatro”, ha dichiarato Andrea Tarli. “Tale intervento è concepito come l’inizio di un progetto più ampio, condiviso tra Comune e Soprintendenza, volto alla valorizzazione del sito negli anni a venire. Una sorta di cartina al tornasole per verificare la risposta della cittadinanza”.

[Immagine in apertura: Una fotografia dell’intervento di Andrea Tarli al Teatro Romano di Ascoli Piceno]