Esce oggi in libreria “Viceversa. Il mondo visto di spalle”, un affascinante volume scritto da Eleonora Marangoni e dedicato alle figure di schiena: soggetti “ribelli” che, nel corso della storia dell'arte, hanno rifiutato lo sguardo dell'osservatore, sovvertendo le regole di lettura dell'opera.
Quando pensiamo al soggetto di un’opera d’arte lo immaginiamo frontalmente, con lo sguardo verso di noi – o al massimo girato di lato, come di consueto nella ritrattistica rinascimentale. Più difficilmente, invece, ci sogneremmo di pensare a una figura voltata di spalle: il viso nascosto, la schiena in primo piano, l’assenza di dettagli emozionali su cui fare affidamento per decifrare il senso del lavoro.
Eppure i soggetti “au rebours” (per citare l’opera di Huysmans) sono stati tanti, tantissimi, sia nel corso delle epoche recenti che in quelle straordinariamente lontane – quando negare lo sguardo all’osservatore poteva suonare addirittura oltraggioso. A soffermarsi oggi su questo affascinante filone iconografico è Eleonora Marangoni, autrice di un nuovo volume portato sugli scaffali da Johan & Levi Editore.
Ricco di oltre 160 pagine finemente orchestrate fra immagini e parole, il libro – dal titolo Viceversa. Il mondo visto di spalle (nell’immagine in apertura: un dettaglio della copertina) – ripercorre il tema delle figure di schiena attraverso i secoli, mescolando letteratura e fotografia, cinema e pittura, video art e fumetto.
Si procede dall’affresco d’epoca romana Flora – il primo in cui un soggetto ignora bellamente la presenza di un pubblico esterno – alla pittura italiana del Trecento – epoca in cui i soggetti di schiena fanno la loro comparsa. E poi ancora le geishe giapponesi, i riferimenti all’arte fiamminga e i dipinti delle avanguardie moderne, dove l’inquadratura sulla nuca comincia a stringersi fino a proporre nuovi punti di vista sull’arte e i suoi spettatori. Un cammino storico e iconografico affascinante, in grado di mostrarci il potere e la poesia delle immagini. Soprattutto quelle più enigmatiche e silenziose.