Sta facendo notizia la scelta del Museo Rodin di Parigi di mettere in vendita alcune sculture dell'artista. Non si tratta, tuttavia, delle opere in collezione, ma di una serie di copie “originali” autorizzate dal maestro francese. Ecco le ragioni di questa decisione.
Nonostante gli effetti più eclatanti della pandemia sembrino superati, l’emorragia economica causata dall’emergenza sanitaria continua ad avere le sue ripercussioni su musei e luoghi di cultura in tutto il mondo. Alle perdite dovute al periodo di chiusura si aggiungono infatti oggi quelle conseguenti al turismo dimezzato, alla bassissima affluenza dei visitatori e agli ingressi contingentati: una condizione complessa da troppi punti di vista, che rende la sopravvivenza degli spazi – istituzionali e non – davvero complicata.
Chiuso per quattro mesi, e riaperto al pubblico nei primi giorni di luglio, il Museo Rodin di Parigi prova a rispondere a questa rovinosa situazione chiedendo soccorso proprio al suo “padrone di casa”.
Inaugurato nel 1919 come luogo deputato all’esposizione della produzione di Auguste Rodin, il museo ha infatti deciso di mettere in vendita una serie di sculture originali del maestro francese. Si tratta di calchi realizzati con gli stampi in gesso che lo stesso artista lasciò al museo con il consenso a riprodurre fino a un massimo di dodici copie per ogni stampo nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.
A essere messe in vendita non saranno dunque le inestimabili opere della collezione, ma delle copie “autentiche”, proprio perché autorizzate dall’artista. Il ricavato dell’intera operazione andrà a rimpolpare le casse dell’istituzione, nella speranza di compensare le perdite di questi mesi e salvare lo spazio da ben più gravi conseguenze.