La Palazzina Marfisa d’Este di Ferrara si prepara ad accogliere alcune fra le più celebri fotografe della storia. Succede con “Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80”. Tra le protagoniste Diane Arbus, Francesca Woodman e Letizia Battaglia.
Sono sempre più frequenti le mostre dedicate alla condizione femminile: eventi espositivi che indagano abusi e sopraffazioni subiti dalla donna nel corso della storia moderna. Dopo la recente rassegna di Renata Rampazzi – ospitata negli spazi del Museo Carlo Bilotti di Roma –, un’altra notevole iniziativa si prepara a tagliare il nastro, puntando i riflettori sulle disparità di genere che ancora affliggono la nostra società.
Si tratta di Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80, l’attesa collettiva che riunisce tredici fotografe simbolo del nostro tempo. Allestita a partire dal prossimo 20 settembre nei suggestivi ambienti della Palazzina Marfisa d’Este, a Ferrara, la mostra è un omaggio alle ricerche fotografiche più caratteristiche del secondo dopoguerra e, allo stesso tempo, un’occasione per riflettere sui grandi temi del mondo – di ieri e di oggi.
Curato da Angela Madesani, e inserito nel programma della 18esima edizione della Biennale Donna, il percorso espositivo (visitabile fino al 22 novembre) apre con un’icona dell’immagine del secolo scorso: Diane Arbus. Le sue fotografie – indirizzate all’investigazione della sfera umana nella sua varietà e complessità – sono seguite dagli scatti di Chiara Samugheo e Lori Sammartino, testimoni dell’Italia negli anni precedenti al boom economico.
Si prosegue con Carla Cerata e la sua indagine sulla situazione manicomiale del nostro Paese, Letizia Battaglia – nota per i suoi racconti sulla criminalità siciliana – e Francesca Woodman, artista che ha dato vita a immagini di grande forza e poesia. Il risultato è un vasto e variegato mosaico visivo, ma soprattutto politico: filo conduttore fra le ricerche delle singole partecipanti è infatti l’osservazione della condizione umana e delle donne della loro epoca. Un’occasione unica per riflettere sui grandi cambiamenti sociali e antropologici dell’umanità, attraverso gli sguardi ora discreti, ora crudi e impietosi, di queste grandi artiste della tradizione mondiale.
[Immagine in apertura: Mari Mahr, Lili Brik, 1982, stampa ai sali d’argento, cm 30 x 35
Courtesy Mari Mahr]