Lo Studio Creta di Pordenone lancia Mejo, la collezione di puzzle ispirati alle architetture di matrice surrealista e metafisica. Prodotti in maniera artigianale, e a tiratura limitata, i puzzle sono un omaggio alla calma, alla lentezza e all'interazione fra individui.
Produrre giochi in grado di coniugare design e grafica ricercata, esaltando la lentezza e favorendo l’interazione fra le persone. Nasce con questi propositi Mejo, la collezione di passatempi artistici recentemente inaugurata dallo Studio Creta di Pordenone.
Ad avviare le attività del progetto – destinato prevalentemente a un pubblico adulto, in grado di guardare al tempo libero come un momento di svago e di crescita interiore – è la nuova raccolta Architetture Immaginate (nell’immagine in apertura, photo Mattia Balsamini): una serie di puzzle ispirati alle ambientazioni metafisiche di Giorgio de Chirico, Matisse e Salvador Dalí.
Composti singolarmente da 500 pezzi ciascuno, e interamente prodotti attraverso la collaborazione di piccoli fornitori e artigiani italiani, i puzzle – in totale tre, dal titolo L’Arrivo, L’Ozio e Il Sogno – invitano i giocatori a immergersi in scenari sospesi nel tempo. Edifici fantastici e scorci surreali emergono dalla superficie colorata, dando luogo, tassello dopo tassello, a veri e propri dipinti onirici in omaggio ai grandi maestri delle avanguardie del primo Novecento.
“Durante i mesi di lockdown con Federico Manias ci siamo appassionati all’arte del puzzle”, racconta Lucia del Zotto, co-fondatrice dello Studio Creta. “Dai quadri di Monet ai paesaggi passavamo intere serate a incastrare tessere. Da qui l’idea di creare i nostri puzzle: Architetture Immaginate è la prima collezione che abbiamo progettato ed è composta da tre puzzle da 500 pezzi. Si tratta di puzzle artigianali a tiratura limitata, ogni scatola è numerata a mano. Comporre un puzzle significa prendersi del tempo, unire pezzo per pezzo, evadere dalla quotidianità e rallentare”.