Il film sul valore della danza ai tempi del lockdown

29 Ottobre 2020

Icarus

Non è facile immaginare quali scenari futuri si apriranno per le arti performative, settore fra i più penalizzati dalla crisi sociale ed economica causata dal COVID-19. Difficile calcolare le ripercussioni che la situazione pandemica avrà sull’intero comparto performativo una volta che l’emergenza sarà definitivamente conclusa. A dare speranza e coraggio agli operatori del settore è oggi un nuovo cortometraggio: un tributo alla danza e alla sua capacità di espressione, anche in un momento complesso come quello in cui ci troviamo.

Stiamo parlando di Icarus, il breve film diretto dal regista italiano Pietro Pinto e interpretato da Angelo Greco – artista diplomatosi alla Scala nel 2014 e attualmente Primo Ballerino del San Francisco Ballet.

LA TRAMA DI ICARUS

Prodotto da Pietro Pinto e Daniel Miramontes in a Skyline Production, il progetto – ideato e ultimato nel corso dell’emergenza sanitaria – vede protagonista il ballerino in persona. Alle prese con i limiti e le imposizioni del lockdown, l’artista racconta la sua “nuova” vita. Impossibilitato ad allenarsi e a esibirsi in teatro, Greco diventa pertanto voce eloquente dei tantissimi performer doppiamente penalizzati dalla catastrofe della pandemia, costretti a mettere da parte le proprie ambizioni nel rispetto delle restrizioni imposte dal momento.

Eppure non decide di darsi per vinto. Il suo sogno è quello di danzare sotto il Golden Gate Bridge di San Francisco, esprimendo tutto il suo dolore attraverso il linguaggio del corpo e la poesia del movimento. Proprio come il mito greco di Icaro, che si libra imperterrito nell’aria ignaro della tragica fine.

LE PRIME TAPPE DEL FILM

Presentato lo scorso 5 settembre al Monterrey International Ballet Gala, e proiettato successivamente alla Catharine Clark Gallery di San Francisco, il film vede la collaborazione del sound designer Fabio Vassallo, del fotografo Daniel Miramontes e di Chiara Trimarchi – responsabile della promozione.