L'iconico “Puppy” di Jeff Koons, esposto negli spazi esterni del Guggenheim Museum di Bilbao, mostra il suo nuovo look indossando una mascherina di fiori. Un efficace espediente per incoraggiare tutti a proteggere se stessi e gli altri durante la pandemia.
E se anche le opere d’arte stessero affrontando la pandemia con la stessa preoccupazione e le stesse precauzioni di noi esseri umani? Dopo le divertenti cartoline del Fitzwilliam Museum di Cambridge e la spassosa “social challenge” del Getty Museum, un’altra iconica opera del nostro tempo “cambia look” in risposta agli effetti della diffusione del virus.
Si tratta del celeberrimo Puppy di Jeff Koons, fiore all’occhiello del Guggenheim Museum di Bilbao. Collocata negli spazi esterni dell’istituzione, la scultura (alta oltre 12 metri e interamente ricoperta di fiori) raffigura un cucciolo di West Highland Terrier. Realizzata nel 1992 – e successivamente acquistata dal museo basco, dove risiede dal 1997 –, l’opera è stata recentemente adornata con una speciale mascherina floreale. Un’operazione efficace, motivata dalla nuova ondata di contagi che si sta abbattendo anche sul Paese iberico.
Gli esiti dell’intervento non sono ancora del tutto evidenti, poiché le piante avranno bisogno di qualche settimana prima di crescere e fiorire. Nell’attesa di conoscere il risultato di questa simpatica iniziativa, lo stesso Jeff Koons ha raccontato il senso dell’intera operazione. “È un onore poter fare esprimere a ‘Puppy’ l’importanza di indossare una mascherina durante questo periodo”, ha spiegato l’artista. “Un abitante di Bilbao mi ha inviato una lettera in cui mi chiedeva se ‘Puppy’ potesse indossare una mascherina e mi è sembrata un’idea meravigliosa. Uno degli atti più importanti che possiamo compiere verso l’altro durante questa pandemia è quello di condividere informazioni su come possiamo proteggerci a vicenda”.
“Abbiamo ritenuto che il suggerimento di un visitatore del museo fosse davvero perfetto per incoraggiare tutti a seguire le linee guida delle autorità sanitarie”, ha aggiunto Juan Ignacio Vidarte, direttore generale del Guggenheim di Bilbao. “Dopotutto ‘Puppy’ ha trasceso il suo status di opera d’arte per diventare un emblema del museo e della città, e un’icona di ottimismo. Inoltre, l’arte contemporanea è – e deve essere – legata al presente, quindi ha perfettamente senso sfruttare la popolarità di ‘Puppy’ per sostenere una causa come quella della protezione di noi stessi e degli altri, che in questo momento è di vitale importanza“.
[Immagine in apertura: Jeff Koons, Puppy, 1992. Stainless steel, soil, and flowering plants. 1240 x 1240 x 820 cm. Guggenheim Bilbao Museoa. Photo Erika Ede]