Oltre 60 anni di attività progettuale, dall’arte al design, dall’architettura alla filosofia, dalla didattica alla grafica, di Enzo Mari, tra le figure di riferimento per la cultura del progetto in Italia, vengono esaminati dalla grande mostra appena inaugurata alla Triennale di Milano.
“Mari è un designer industriale, un disegnatore di mobili, un progettista di mostre, un artista, un autore di manifesti, un polemista celebre per le sue sfuriate contro il mondo del design“. A tracciare questo ritratto del poliedrico progettista, con cui la Triennale di Milano e il Museo del Design Italiano portano avanti il percorso focalizzato sui Maestri del design — avviato con Mario Bellini, Osvaldo Borsani, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass e in procinto di proseguire con Vico Magistretti —, è Hans Ulrich Obrist. Il direttore artistico delle Serpentine Galleries, a Londra, è infatti curatore dell’attesa monografica al via oggi, 17 ottobre, alla Triennale di Milano: un incarico condiviso con Francesca Giacomelli, a sua volta progettista e archivista per l’Archivio di Enzo Mari.
Visitabile fino al 18 aprile 2021, Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli costituisce un’occasione imperdibile per apprezzare un’ampia selezione dei lavori del progettista, nato a Novara nel 1932. Come infatti ha ricordato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Mari ha recentemente dichiarato “la ferma volontà di donare l’intera collezione delle sue opere alla città di Milano, a condizione che per quarant’anni nessuno possa avere accesso al suo Archivio“. Di conseguenza questa retrospettiva “rappresenta insieme un atto dovuto nei confronti di un protagonista assoluto dell’arte e della cultura italiana e internazionale e il risultato condiviso di una sua esplicita richiesta affinché, per un’ultima volta, fosse possibile aver accesso al suo Archivio prima di questo lungo, imposto, oblio“.
Accompagnata da un poderoso catalogo edito da Electa, arricchito da oltre 700 illustrazioni, la mostra adotta un doppio registro e si avvale del progetto di allestimento di Paolo Ulian. Cuore della monografica è la sezione storica, che prende le mosse dal riallestimento della mostra Enzo Mari. L’arte del design: si tratta dell’ultimo progetto espositivo dell’autore, svoltosi alla GAM ‒ Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, a cavallo tra il 2008 e il 2009. Secondo un rigoroso criterio storico, sono presentate circa 250 opere fra le quasi 2000 che hanno costellato la carriera di Mari; un corpus eterogeneo, in cui l’abbattimento dei confini tra discipline, tecniche e tipologie di ricerca testimonia il peculiare approccio e la poetica dell’autore.
A fare da “contraltare” a questi lavori sono gli omaggi di artisti e progettisti internazionali, ai quali sono stati commissionati installazioni site specific e nuovi interventi: Adelita Husni-Bey, Tacita Dean, Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija, Virgil Abloh, Danh Vō e Nanda Vigo. Recentemente scomparsa, in questa ultima creazione l’artista e designer ha scelto di reinterpretare due dei lavori più celebri di Mari, i 16 animali e i 16 pesci. Naturalmente nel segno della luce.
[Immagine in apertura: Vista dell’allestimento della mostra Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli © Triennale Milano – Foto Gianluca Di Ioia]