Otto secoli di storia dell’Antica Roma, quattro anni di scavi, due di progettazione e un allestimento multimediale. Sono questi i numeri de “ La scatola archeologica della Domus Aventino”, l'innovativo progetto archeologico pronto a essere inaugurato nella Capitale.
Uno scavo archeologico all’interno di un condominio. È questo l’aspetto de La scatola archeologica della Domus Aventino, il nuovo sito capitolino realizzato grazie alla fruttuosa collaborazione fra la Soprintendenza Speciale di Roma e il gruppo immobiliare BNP Paribas Real Estate.
Avviato nel 2014 – dopo il ritrovamento di una serie di strutture d’epoca in seguito ai lavori di consolidamento antisismico dello sviluppo residenziale Domus Aventino di Roma –, il progetto si presenta come il primo sito d’epoca all’interno di un complesso residenziale privato regolarmente aperto alle visite: un’opera unica nel suo genere, in grado di coniugare archeologia, architettura e tecnologia, in una formula mai prima d’ora sperimentata.
A caratterizzare il sito sono gli importantissimi ritrovamenti archeologici risalenti a un esteso periodo di tempo che va dall’VIII secolo a.C. al III secolo d.C. Si tratta di mosaici, strutture e materiali di valore incomparabile, relativi ai primi terrazzamenti nel banco di tufo dell’Aventino. Sono presenti inoltre i resti di una sontuosa residenza, modificata nel corso dei secoli fino all’età medio imperiale.
Riportate alla luce grazie al lavoro dell’archeologo Roberto Narducci, queste antiche tracce di civiltà sono state messe in sicurezza all’interno del nuovo complesso residenziale, integrandosi e allo stesso tempo occupando uno spazio di prestigio nel perimetro della struttura abitativa. Il sito – che inaugurerà ufficialmente nel mese di novembre – godrà inoltre di un prezioso allestimento multimediale curato da Piero Angela e Paco Lanciano: una serie di video mapping e proiezioni dedicati alla storia di questo straordinario gioiello del passato.
[Immagine in apertura: La scatola archeologica della Domus Aventino, allestimento multimediale, rendering. Crediti Soprintendenza Speciale di Roma]