A Milano arriva MEET, il nuovo centro per l’arte digitale

2 Novembre 2020

MEET, immersive room. Photo credits Michele Nastasi

In attesa di Expo Dubai 2020, ufficialmente rinviata al prossimo anno a causa della pandemia, gli studi di architettura CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota, ai quali si deve la progettazione del prossimo Padiglione Italia, hanno lavorato insieme al nuovo MEET di Milano. Inaugurato il 31 ottobre scorso, il neonato Centro internazionale di Cultura Digitale occupa gli spazi di uno storico edificio risalente agli inizi del Novecento; situato in via Vittorio Veneto, in zona Porta Venezia, è stato oggetto di una profonda ristrutturazione durata due anni.

Caratterizzato da un ampio spazio pubblico verticale, la cosiddetta “Living Staircase” che nei suoi 15 metri di altezza può ospitare spazi di lavoro, per lo scambio, la condivisione o il teatro, MEET punta a divenire l’indirizzo di riferimento a livello nazionale nella promozione della cultura digitale, applicata all’arte, al design, alla scienza e alla formazione. Sarà dunque sede di mostre, talk, workshop, digital experience e attività formative, proponendo con continuità anche esperienze in modalità online.

L’INNOVATIVA IMMERSIVE ROOM

Qual è il ruolo dello spazio fisico nel mondo digitale? Oggi continuiamo a vivere e lavorare in un regime di isolamento indotto dalla pandemia, in cui quasi ogni compito o azione si svolge online. In questo momento diventa allora essenziale usare l’architettura per produrre occasioni di serendipità, ovvero per stimolare connessioni inaspettate tra gli individui ‒ quelle connessioni che di rado accadono sul web,” ha dichiarato Carlo Ratti, fondatore di CRA e professore di Tecnologie Urbane al Massachusetts Institute of Technology (MIT), sottolineando che una delle modalità per il raggiungimento di tale obiettivo è il superamento delle “distinzioni tra le varie funzioni spaziali. Quando ogni spazio può servire a più scopi, questo invita all’incontro tra persone diverse, agevolando la generazione e la circolazione di nuove idee“.

Un principio, quest’ultimo, che ha guidato la mano dei progettisti nell’iter verso il nuovo Centro, dichiaratamente ispirato all’idea di “ubiquitous computing” elaborata dall’informatico americano Mark Weiser. Già al centro di un intervento di ampliamento a opera di Gae Aulenti, risalente alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, il rinnovato edificio include ora un auditorium riconfigurabile e un cinema gestito in collaborazione con la storica Cineteca Italiana, un caffè e una sala immersiva. È all’interno dei suoi 250 metri quadrati che saranno ospitate installazioni, scenografie multimediali e iniziative innovative esperibili anche attraverso visori per la realtà virtuale.

IL NUOVO MEET

[Immagine in apertura: MEET, immersive room. Photo credits Michele Nastasi]