A Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, è stato presentato il Padiglione Italia per Expo 2020 Dubai. Al grande evento internazionale, che prenderà il via il 20 ottobre 2020, il nostro Paese parteciperà con il progetto intitolato "La bellezza unisce le persone – Beauty connects people".
Il 20 ottobre 2020 sarà, con ogni probabilità, una data che resterà impressa nella memoria collettiva: prenderà infatti il via l’Esposizione Universale di Dubai, in occasione della quale 192 Paesi confluiranno nella città degli Emirati Arabi Uniti. L’Italia sarà tra questi e al grande evento internazionale presenterà il padiglione dal titolo La bellezza unisce le persone – Beauty connects people.
A un anno esatto da quella giornata, nella cornice della Cava del Sole di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, sono stati svelati i contenuti e gli spazi del padiglione nazionale, la cui progettazione è stata affidata – tramite un concorso – al team formato da CRA-Carlo Ratti Associati, Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto & Associati e F&M Ingegneria. La direzione creativa è firmata da Davide Rampello ‒ Studio Rampello and Partners.
Collocata a poca distanza dal padiglione degli Emirati Arabi Uniti, nella cosiddetta “cultural spine” del sito di Expo, la struttura (nell’immagine in apertura: rendering by CRA-Carlo Ratti Associati) sarà contraddistinta dagli scafi di tre imbarcazioni posti in copertura, attesi a Dubai via mare. Analogamente ai viaggiatori del Grand Tour, i visitatori del Padiglione Italia potranno ammirare, all’inizio dell’itinerario di visita, una panoramica vista dall’alto. Paragonata a un “giardino di storie“, l’area espositiva sarà attraversabile tramite un percorso immaginato come il “viaggio di uno sguardo“: si snoderà tra “racconti brevi”, espositivi e cinematografici, dedicati alle eccellenze dei saperi e del saper fare italiano, condurrà all’Osservatorio dell’Innovazione, focalizzato sui traguardi della ricerca italiana, per approdare al Teatro della Memoria.
Nell’allestimento è prevista una copia a grandezza naturale del David di Michelangelo che, a differenza dell’originale, potrà essere osservata direttamente negli occhi, anziché dal basso. “Abbiamo perseguito un tipo di architettura che potrebbe essere riconfigurata sia a lungo termine, grazie alla sua circolarità, sia a breve termine, grazie alle tecnologie digitali”, ha precisato l’architetto Carlo Ratti in merito all’operazione complessiva. Il co-progettista Italo Rota si è invece soffermato sulla “natura circolare” del padiglione, in un’ottica di azzeramento degli sprechi.