Toni Servillo si piazza al settimo posto della speciale classifica dedicata ai 25 grandi attori e attrici del ventunesimo secolo, pubblicata dal "New York Times". Una classifica “inconsueta”, fra grandi esclusi e nomi poco noti al grande pubblico.
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman. Sono solo alcuni dei grandi esclusi dalla classifica recentemente pubblicata sulla pagina web del New York Times: una lista ristrettissima ed esclusiva, pensata per abbracciare in sole venticinque posizioni i migliori attori e attrici dell’ultimo ventennio.
Stilato da Manohla Dargis e A.O. Scott – i due critici di cinema del celebre quotidiano americano –, l’elenco comprende nomi che a molti suoneranno nuovi, e altri ben conosciuti al grande pubblico. Scorrendo i venticinque gradini di questa insolita “parade”, infatti, premi Oscar come Mahershala Ali e Willem Dafoe si alternano a caratteristi, eroi dell’azione e autori del cinema d’avanguardia, come nel caso della sudcoreana Kim Min-hee. Tutti debitamente illustrati negli approfondimenti che accompagnano le singole scelte.
Unico italiano in classifica è Toni Servillo, incluso al settimo posto con la seguente motivazione: “Come un attore shakespeariano, Servillo rende vivida la stravagante umanità e il profondo mistero degli uomini che vivono per piegare il mondo alla loro volontà”. I due critici invitano inoltre a vedere (e rivedere) Il Divo e Loro, ritenuti esempi eccellenti dell’abilità cameleontica dell’attore campano, vincitore del Nastro d’Argento 2020 con la pellicola Ermitage ‒ Il potere dell’arte (da cui è tratta l’immagine in apertura).
Tra gli altri beniamini inclusi nella lista spiccano inoltre Keanu Reeves, Nicole Kidman, Joaquin Phoenix (ricordato per la sua straordinaria interpretazione nel Joker di Todd Phillips) e Gael García Bernal, “pupillo” del visionario regista e sceneggiatore francese Michel Gondry. Il primo posto va invece a Denzel Washington: “Abbiamo litigato e discusso su ogni altro slot della lista, ma non c’è stata alcuna esitazione o dibattito su di lui”, concludono i due critici.