L'arte contemporanea è sempre più di casa a Parigi: il 2021 è l'anno dell'apertura al pubblico dell'attesa Bourse de Commerce ‒ Pinault Collection. Sarà il primo museo nella capitale francese esclusivamente dedicato all'arte contemporanea che esporrà una collezione privata.
Rallentati per effetto della pandemia, i lavori per il restauro e l’allestimento della Bourse de Commerce di Parigi sono definitivamente prossimi all’ultimazione. Per il nuovo progetto culturale promosso dall’imprenditore e collezionista François Pinault è infatti scattato il conto alla rovescia: al momento l’inaugurazione è confermata per il prossimo 23 gennaio, ferme restando eventuali prossime misure restrittive adottate dal governo francese per il contenimento dell’emergenza sanitaria.
Situata nel cuore della capitale francese, la Bourse de Commerce ‒ Pinault Collection rappresenterà un unicum per la Ville Lumière: sarà infatti il primo museo parigino dedicato esclusivamente all’arte contemporanea in cui sarà esposta una collezione privata. Complessivamente intesa, quest’ultima è composta da oltre diecimila opere realizzate da quasi 380 artisti, in rappresentanza di ogni continente e di diverse generazioni. Include dipinti, sculture, video, fotografie, brani sonori, installazioni e performance databili dagli anni Sessanta ai giorni nostri. A partire dal programma di appuntamenti messo a punto per l’apertura, con le mostre e gli eventi del ciclo ribattezzato Opening, i visitatori avranno così l’opportunità di esplorare tutti i territori della ricerca artistica contemporanea, incluse le correnti emergenti, godendo di una visione a 360 gradi dell’arte della nostra epoca in un edificio a sua volta straordinario.
Dopo i musei veneziani di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana, prosegue dunque oltralpe il progetto di promozione, sostegno e valorizzazione dell’arte contemporanea intrapreso da François Pinault nel 2006. In particolare, nel caso della Bourse de Commerce, la vasta collezione sarà presentata attraverso un’esposizione permanente e in meno di quindici mostre temporanee all’anno, tematiche o personali; annunciati anche progetti in situ e nuove commissioni. Analogamente a quanto avvenuto a Venezia, ancora una volta, Pinault ha scelto di affidare il coordinamento dell’intervento architettonico allo studio guidato dall’architetto giapponese Tadao Ando, che nelle diverse fasi dell’intervento è stato affiancato dai colleghi di NeM agency/Niney et Marca Architectes, dalla società di ingegneria Setec Bâtiment, dall’agenzia di Pierre-Antoine Gatier e dal duo di designer Ronan ed Erwan Bouroullec, artefici di tutti gli elementi di arredo.
Il nascente museo occupa un “edificio manifesto” dell’architettura parigina dei secoli XVI, XVIII e XIX; è particolarmente noto per le stratificazioni di testimonianze risalenti a epoche diverse, che nel tempo sembrano essersi fuse insieme. Nei suoi cinque livelli, oltre a dieci gallerie espositive, ispirate al concetto di “circolarità”, sono stati previsti un auditorium da 284 posti, che accoglierà conferenze, spettacoli, proiezioni e concerti, il cosiddetto “The Studio”, ovvero una “black box” collocata nel seminterrato e riservata alla presentazione di opere d’arte sonore o video, spazi commerciali, atelier e un ampio foyer, in cui andranno in scena performance o saranno esposte installazioni site specific.
“L’idea era di rigenerare un sito storico: onorare la memoria della città, presente nelle sue mura, introducendo un’altra struttura al suo interno sul modello delle bambole russe (….). La vocazione di questa architettura era quella di tessere insieme la rete del tempo, passato, presente e futuro, come nei progetti per Venezia“, ha sottolineato in una dichiarazione l’architetto Ando, che nel suo progetto ha previsto l’inserimento nel volume esistente di un cilindro rivestito di pannelli in calcestruzzo, alto nove metri per ventinove di diametro, inondato dall’alto di luce naturale filtrata dalla monumentale cupola in ghisa e vetro.
[Immagine in apertura: Bourse de Commerce ‒ Pinault Collection © Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes, Agence Pierre-Antoine Gatier. Photo Marc Domage]