È l'inventario di una vita al servizio dell'arte quello che emerge dai "libri mastri" di Edward Hopper – i "ledger books" oggi al Whitney Museum di New York. Compilati insieme alla moglie Jo, questi registri pieni di note tecniche, appunti e schizzi sono oggi raccolti in un unico volume a colori. Uno sguardo nel laboratorio privato di uno dei più importanti artisti del Ventesimo secolo.
“Tragica figura di piccola donna, bionda, afferra la sigaretta prima della camicetta”. Oppure: “Crepuscolo avanzato. Insegna ‘Mobiloil’ appesa, distributori rossi con lampade accese, proiettano luce su terreno color argilla”. Sono solo alcune delle didascaliche descrizioni di dipinti contenute all’interno dei “libri mastri” di Edward Hopper: taccuini fitti di schizzi, informazioni di vendita e commenti stringati relativi a ciascuna delle tele realizzate in vita dall’artista americano (come sopra, per Woman in the Sun e Gas).
Redatti in gran parte dalla moglie Josephine Nivison, e da quest’ultima donati al Whitney Museum di New York alla morte del pittore, i quattro registri rappresentano una straordinaria miniera di informazioni sul processo di lavorazione delle opere, nonché uno sguardo privilegiato sull’attività di promozione e gestione della carriera di Hopper (missione largamente destinata alla compagna Jo, che dell’artista divenne nel tempo impresaria e contabile, agevolandone il successo dopo una gavetta piuttosto opaca e prolungata).
Scritti a partire dagli anni Venti del secolo scorso, questi preziosi libricini sono stati recentemente raccolti in una nuova pubblicazione dalla casa editrice Jaca Book. Stiamo parlando di Edward Hopper. Dipinti e disegni dai libri mastri: un ammirevole volume a colori che ripercorre, pagina per pagina, l’intera produzione del maestro americano, conducendo il lettore dietro le quinte della sua fiorente attività.
Anticipati dai commenti di Deborah Lyons e Brian O’Doherty, i taccuini sono qui interamente riproposti attraverso scansioni originali. Oltre alle didascalie, alle informazioni tecniche sulle date dei lavori, sulle marche dei colori utilizzati, sui prezzi di vendita e sul nome degli acquirenti, a emergere sono soprattutto gli schizzi dell’autore: disegni che trascendono la funzione strettamente documentarista – ovvero quella di fungere da riproduzioni accettabili dei dipinti – per farsi opere a sé stanti. Chiusa l’ultima pagine del volume vi sembrerà di aver spiato all’interno di una stanza segreta fino a oggi inesplorata.
[Immagine in apertura: Edward Hopper. Room in New York, 29 × 36 in., (73,7 × 91,4 cm). Sheldon Memorial Art Gallery, University of Nebraska–Lincoln; Collezione F.M. Hall copia. Dettaglio]