La pittura di Julian Schnabel è tutta da sfogliare

18 Gennaio 2021

Jullian Schnabel, Taschen 2020. Courtesy Taschen

Camaleontico, eccentrico, visionario. Nell’immaginario comune Julian Schnabel incarna il prototipo dell’artista contemporaneo. O meglio, dell’artista con la “a” maiuscola, capace di farsi carico della tradizione e degli stereotipi legati alle grandi figure del passato come Picasso e Van Gogh, attualizzandoli e restituendoli al presente in maniera assai più vicina alla nostra sensibilità.

Artefice di una vita intesa come performance (e non solo nel vestire pigiami a tutte le ore del giorno), Schnabel è la prova che un certo tipo di artista è ancora possibile. Uno per cui la vita viene prima del concetto, per cui il pensiero lascia il posto al gesto e all’urgenza dell’azione.

L’ECLETTISMO DI JULIAN SCHNABEL

Noto per i suoi enormi dipinti fatti di piatti, teloni, cartoni e materiali non convenzionali, l’artista americano è oggi celebrato con una poderosa monografia. Un librone omonimo che raccoglie – in sole mille copie numerate – la straordinaria parabola creativa del protagonista (nell’immagine in apertura, courtesy Taschen).

In uscita per Taschen il 30 gennaio, il libro (racchiuso in una preziosa confezione e firmato a mano dall’artista) punta i riflettori sull’eclettismo e sulla multiformità della ricerca di Schnabel, pittore neo-espressionista, fotografo, scultore e persino regista (celebratissima e premiata è la sua pellicola dedicata alla biografia di Jean-Michel Basquiat). Un volume nel quale immergersi per “toccare con mano” le vibrazioni e la brama di libertà alla base di una delle esperienze più entusiasmanti dell’arte del nostro tempo.